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Ufficio di frontiera
a rischio chiusura

porto messina
Fra tanti tagli e dismissioni in nome della temuta spending review Messina rischia di perdere anche l’Ufficio di Frontiera.   E’ quella struttura che si trova in via Vittorio Emanuele e si occupa del controllo delle imbarcazioni, circa 400 tra navi da crociera, da diporto e mercantili e dei circa 500.000 passeggeri.  In pratica quando una nave approda nel porto di Messina, nessun passeggero può sbarcare senza che il personale di frontiera abbia proceduto al controllo dei documenti d’identità; rilascia il visto di “visita” per la città o  visti “di transito” per i marittimi sbarcati per fine contratto o cure mediche che sono stati 600 negli ultimi due anni. E naturalmente devono controllare anche i documenti dei passeggeri che imbarcano sulle navi.   Ora però il Ministero dell’Interno ha deciso di tagliare l’Ufficio di frontiera, una struttura importante per una città di mare.  A denunciarlo è il segretario provinciale del Siulp, Maria Isabella Marcelletti. Il sindacato ricorda ad esempio che il porto di Messina è diventato fra i più importanti del Mediterraneo per gli scali delle navi da crociera. Per il 2013 sono già state registrate 217 prenotazioni di scali con una previsione di circa 518.000 passeggeri. E  sono dati parziali che dimostrano la crescente importanza del porto di Messina.  
Senza contare che l’ufficio è collocato di fronte al Porto, e per qualsiasi emergenza o  imprevisto gli utenti possono risolvere i problemi senza dover girovagare per la città per raggiungere la Questura dove l’ufficio dovrebbe essere trasferito. Secondo il Siulp la chiusura della struttura è un fatto incomprensibile che non ha a che fare nemmeno con la spending review considerando che i locali sono di proprietà del demanio e dunque a costo zero. Da qui l’appello al Questore perché intervenga presso il Ministero ed alla politica perché  eviti la cancellazione di  un Ufficio che rappresenta il primo approccio con la città.

 

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