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A giudizio
12 indagati

tribunale barcellona

Dodici rinvii a giudizio e due richieste di abbreviato. Così si è conclusa nel pomeriggio l’udienza preliminare dell’operazione Mustra che il 20 aprile scorso ha sgominato un’organizzazione che a Barcellona si dedicava al racket delle estorsioni. Il gup Massimiliano Micali ha rinviato a giudizio   Salvatore Campisi, il fratello Vincenzo,  Salvatore Foti, Carmelo Maio,   Antonio Vaccaro Notte, Stefano Puliafito, Giovanni Perdichizzi, Antonino Mazzeo, Torre Ionela Anisoaro, Salvatore e Santo Puliafito e Antonino Aliquò.  Dovranno comparire davanti al Tribunale di Barcellona il prossimo 25 ottobre per rispondere a  vario titolo di associazione mafiosa ed  estorsioni, lesioni personali aggravate e violenza privata. Hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato Nunziato Siracusa e Nunziato Sboto che saranno giudicati il 9 novembre dal giudice Micali. Nel processo si cono costituiti parte civile il Comune di Barcellona e la Federazione Nazionale Antiracket. La Dda di Messina e la Procura di Barcellona smantellarono un’organizzazione che ormai aveva acquisito il monopolio nella gestione del racket. A gestirla erano figli d’arte, ovvero rampolli di noti personaggi della criminalità organizzata barcellonese. Nel loro territorio, infatti, non si muoveva foglia senza il consenso del clan e soprattutto a nessuno era consentito il minimo sconfinamento. Così nel novembre scorso il titolare di una sala giochi subì il furto di mille euro. Un affronto che il clan non poteva accettare. Gli affiliati si organizzarono ed il primo dicembre avvicinarono il presunto autore del furto, lo condussero davanti al titolare della sala giochi e dopo averlo pestato gli intimarono di restituire il bottino.  E’ forse l’episodio più eclatante contenuto nell’ordinanza  dell’operazione Mustra condotta dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore della Dda Giuseppe Verzera e dal collega della Procura di Barcellona Francesco Massara. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti a capo della famiglia barcellonese, c’erano Salvatore Campisi, figlio del più noto Agostino, e Salvatore Foti, figlio di Carmelo Vito Foti. A dare impulso alle indagini l’arresto di Salvatore Campisi,  bloccato nel giugno scorso dopo aver   intascato da un imprenditore 500 euro. Denaro che doveva servire all’organizzazione per pagare gli avvocati dei detenuti e sostenere le famiglie degli affiliati in carcere

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