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L'obiettivo di Nino, lo sguardo di Nega. Lo scatto di un messinese ha incantato il mondo

C'è Nino Bartuccio riflesso negli occhi di Nega. C'è il fotografo che ha realizzato uno tra gli scatti più virali al mondo nello sguardo di quella bimba inconsapevole. Inconsapevoli lo erano entrambi. Che quel viaggio ("immaginato a lungo, per realizzare il desiderio che mio papà aveva di andare in Brasile a ritrovare quel suo fratello emigrato e mai più rivisto perchè ogni anno, anno dopo anno, i soldi non bastavano mai") sarebbe poi diventato un percorso, un desiderio oltre il desiderabile.

Nino Bartuccio è stato pubblicato su riviste specializzate del calibro di National Geographic, premiato dal prestigioso Gourmand World Cookbook Awards, ha girato e rigirato per imprimere il proprio mestiere sulle pellicole di mezzo mondo. Eppure è sempre lì che torna, nel Brasile di Nega, che non è quello commerciale, turistico, paradisiaco. È quello "nudo, crudo, reale, periferico. È un villaggio sperduto, di confine, è una casetta sgarrupata da dove è venuta fuori una meravigliosa creatura con tutta la sua carica di emozioni. Di quelle che fanno girare l'universo, che come in una cospirazione stellare allineano tutti i pianeti dell'arte puntando un unico obiettivo".

Da quel giorno, da quelle andate senza mai un vero, totale, definitivo ritorno ("sono stato lì quattro volte, le ultime con Carmen, la donna che sarebbe diventata mia moglie, viaggio di nozze compreso"), è passata una vita. Che ne ha incrociate migliaia di altre, che ne ha generate altrettante nelle infinite opere che da tutti i continenti ("ciascuna a modo proprio, ognuna col proprio filtro") sono arrivate a Nino ("attraverso tutti gli strumenti che il web mette a disposizione, ma anche a casa, impacchettate come tanti regali"). E Nino le ha trasformate nel Nega Project, le ha radunate, sdoganate ed esposte in mostra ("la prima a Matera, nell'anno in cui è stata Capitale della Cultura").

Esistono scatti che giocano col tempo e lo dilatano, si espandono a macchia d'olio nelle trame della tela e si diffondono, nello spazio e nel tempo. Così il ritratto di Nega, postato su alcuni portali di fotografia ormai quasi 15 anni fa, ha raggiunto risultati inimmaginabili diventando una tra le immagini più utilizzate sul web, un fenomeno che ha superato i 25 miliardi di interazioni sui social. Uno spunto tendente all'infinito per migliaia di artisti che in tutto il mondo hanno realizzato dipinti e opere, pur di ritrarre «la bambina dagli occhi bellissimi» di quella foto.

Il giorno di quello scatto lei era fuori casa a giocare col fratellino. "Il padre si avvicinò e ci chiese di portarla via con noi. Forse per lasciarle scrivere un altro futuro, forse per strapparla via da quel presente segnato. Io e Carmen avevamo deciso di farlo, abbiamo cominciato a muovere le cose per farlo. Finchè Nega non l'ha capito, lì si è spenta tutta la felicità semplice che le brillava negli occhi. Non lo so se ho fatto bene o male, l'abbiamo lasciata lì dov'era la sua casa".

In quel viaggio è stato concepito Samuele, il più grande dei due figli di Nino e Carmen. Samuele che è cresciuto a Piraino (dove vive la famiglia, dove Nino si è trasferito dopo l'infanzia a Santa Lucia del Mela), in un piccolo mondo con un'idea grande, con le immagini, la vita di Nega che scorreva accanto alla sua. Ora il progetto è lui, Nino lo sa con certezza che vuole tornare là con suo figlio, "per consegnargli la storia più fondamentale della mia vita, che in qualche modo ha già incrociato pure la sua". La storia di un'immagine, potente e inconsapevole. E di un viaggio, che conta più della meta.

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