«Sono Andrea Gentile e sono innocente». Una presentazione arricchita da una fragorosa risata rigorosamente contagiosa quella del giovane imprenditore messinese che ha deciso di mettere via lo sconforto che lo ha attanagliato soprattutto nel primo periodo di questa pandemia, lanciandosi in una nuova avventura: l'ideazione di un gioco, “Lockdown”, che è un po' la sintesi dell'epoca che stiamo vivendo.
Divisi appunto, come siamo, tra dipiciemme e la scure di nuove chiusure che piovono in tutto lo Stivale con un semplice passaggio di colore. L'antidoto, però, secondo il nostro concittadino è cominciare a ballare sotto la pioggia, cercando di trasformare le crisi in opportunità, un po' come ci hanno raccontato sempre i nostri nonni.
«Nella vita mi sono dato sempre da fare - racconta Andrea -, io e mio fratello Roberto abbiamo iniziato a tuffarci nel mondo degli eventi cantando. E avevamo anche un nome d'arte particolare "Karapuffi", perché un giorno ci siamo vestiti inconsapevolmente con la stessa felpa di puffetta quando impazzava la moda dei gloriosi personaggi blu. E ricordo che quel giorno una signora ci chiese come ci chiamassimo e noi di getto abbiamo creato questo nome che rappresentava un po' la sintesi tra il mondo del Karaoke e i puffi.».
Dal microfono al mondo degli eventi il passo è stato breve: «Inizialmente gestivo il mio lavoro incontrando i clienti al bar, poi ho cominciato a capire che mi serviva una sede e ho affittato il mio primo ufficio al Boccetta, anzi bottega, trovando un marchio diverso perché diciamo che il nome di Karapuffi era leggermente imbarazzante». Negli anni così è stato un crescendo e Andrea si è circondato di vari collaboratori, soprattutto giovani, cercando di farli crescere. E di fatto ha implementato i servizi che andava ad offrire ai clienti.
«Avevamo costruito una bella realtà e avevo aperto una sede anche sul viale San Martino che sono stato costretto a chiudere dopo pochi mesi di apertura e un bell'investimento iniziale. Purtroppo vantiamo forse il primato di chi è stato costretto a chiudere a Messina per il Covid e di questo periodo di marzo ricordo la grande tristezza che aveva preso il sopravvento perché non riuscivo a vedere davvero la luce alla fine del tunnel». Il giovane soffriva per lui e per i suoi dipendenti in cassa integrazione, che per molti tardava ad arrivare, e per coloro invece che pensavano già a fare i bagagli.
«Appena ho rimesso piede nella mia azienda ho pianto pensando ai sacrifici fatti ma poi mi sono rialzato, ho richiamato i miei ragazzi e gli ho detto che dovevamo farcela. E l'idea del gioco è fiorita perché durante il periodo della clausura forzata il mondo si è scoperto cantante, cuoco e virologo. E nel gioco facciamo un viaggio nelle stanze che abbiamo vissuto: cucina, studio, balcone e camera da letto, solo per citarne alcune. E in ogni stanza abbiamo una sfida diversa. Singolare quella in cui i partecipanti dovranno impegnarsi per intonare una canzone che contenga nel titolo o nel testo una delle cinque parole contenute nella carte sorteggiate. E le risate sono davvero assicurate».
Al gioco possono partecipare fino a 11 persone, contravvenendo un po' alle previsioni di Natale, che prospettano tavolate e cenoni a numero limitato. «Lo scopo è quello di arrivare alla fine del lockdown scoprendo la spia in gara e con quanti più soldi possibili. Importante è la figura del Master, che non è altro che l' alter ego del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che dovrà distribuire ad ogni giocatore 500 lockeuro, una carta identità e i due poteri speciali che potrà usare quando lo riterrà opportuno. Sarà inoltre possibile scambiare il proprio personaggio al miglior offerente tenendo sempre gli occhi aperti sulle nuove disposizioni dei tanti dpcm e alle multe che metteranno a dura prova la vita dei concorrenti».
Andrea con il sorriso sulle labbra tiene in mano la sua creatura totalmente “made in Messina” e ci rivela che ha perfino scritto un messaggio al presidente del Consiglio per informarlo: «Ho ricevuto tantissimi messaggi - conclude - alcuni davvero incoraggianti, altri meno, ma la forza me la danno i giovani che lavorano con me perché non possiamo permetterci di cedere allo sconforto, perché alla fine del gioco, quello vero purtroppo, dovremmo riprendere in mano la nostra vita». E del resto, l' ironia, come si dice spesso nei momenti peggiori, magari non salverà il mondo, ma sicuramente ci aiuterà ad affrontarlo meglio.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia