Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, interviene in diretta dalla Rada San Francesco sul bollente tema dei controlli sullo Stretto. "Lo sbarco di stasera non dovrebbe destare allarme, si dovrebbe aggirare sulle 35 auto. Discorso diverso per lo sbarco delle 18.30, il traghetto scoppiava. E questo nonostante ciò che dicono alcuni 'peracottari' istituzionali".
"Il processo nei miei confronti sarà l'occasione per discutere del Cdm del 31 gennaio che aveva già inquadrato l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo oggi. Peccato però che abbiamo aspettato oltre un mese e mezzo per cercare di reagire alla situazione. E questo, dal mio punto di vista è grave. Un crimine".
Secondo De Luca "il problema non sono i posti letto" ma "il fatto che si è fatto poco per evitare i ricoveri". "Io considero un eroe chi lavora in trincea contro il coronavirus. Perché non ha dispositivi di protezione individuale come le mascherine. Noi abbiamo affrontato questa emergenza affidandoci alla burocrazia, facendo gare d'appalto affidate alla Consip quando gli altri paesi pagavano cash e ci soffiavano le commesse".
Il primo cittadino di Messina ritorna sul tema degli ingressi incontrollati in Sicilia: "Chiederò a Stato e Regione il perchè della mancata applicazione delle disposizioni che prevedevano controlli stringenti su chi faceva ingresso in Sicilia. Il caso dei professionisti in gita a Madonna di Campiglio ne è un esempio palese. Non c'è stata condivisione dei dati con le Asp, io ho dovuto i 135 nominativi. È giusto che i sindaci sappiano se c'è qualcuno in auto-quarantena e cosa succede sul proprio territorio".
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