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Danilo, Betto e Giuseppe sono la "Quinta Essenza" della musica

Sono in tre, suonano in gruppo da quattro anni, insieme sono la "Quinta Essenza" della musica. Quella "locale", legata al territorio di provenienza (Danilo Rabboni è di Caronia, Betto Ribaudo si muove da Mistretta, Peppe Lionetto è l'indigeno di Rocca di Caprileone, dove la band ha il quartier generale, in una sala prove "prestata" dalla parrocchia). Eppure il loro suono è tanto italiano quanto internazionale ("ci ispiriamo a Cremonini come ai Coldplay"), lo hanno sperimentato prima di decidere la strada, e lì si sono ritrovati tutti, nonostante ciascuno arrivasse da esperienze diverse. Peppe aveva un'anima tutta rock, prima di cedere alle lusinghe di Betto e accettare di entrare nella band ("i bassisti, si sa, sono figure mitologiche, che tutti cercano e in pochi trovano"), Betto e Danilo invece si sono conosciuti in Conservatorio a Palermo (uno studiava batteria, l'altro canto jazz).

Tutto comincia nel 2019, in quell'anticamera della pandemia che di lì a poco avrebbe sparigliato tutte le carte. Che poi "si è rivelato paradossalmente un periodo propizio". Soprattutto per Danilo, che già aveva avviato una carriera da solista, che staccarla di colpo sarebbe stato difficile e disorientante. Invece quel periodo di buco, di buio, si è illuminato. "E' diventato uno stacco naturale e insieme il momento buono per ripensarsi, per incollarsi, per decidersi".

Da quando la musica live ha ricominciato a vivere è stato un tripudio di date, di concerti, di esibizioni ("senza limiti, siamo aperti ad ogni proposta, l'unico limite è la natura del nostro repertorio, quello non si tradisce mai"). E quel vezzo dell'amicizia è diventato un vizio. Di quelli buoni, con la forza del cemento, la stessa forza che fa di un trio un unicum.

Di quelli che ispirano. E infatti l'ispirazione è arrivata. E si è tradotta in un disco, già in fase di registrazione (all'Underground Music Lab di Fabrizio Ribaudo e Tindaro Raffaele, a Gliaca di Piraino). Il tema è di quelli estremamente attuali, campali. S'intitola Mission to planet earth il brano che dà il nome all'album, che lo anticipa, nel sound come nel contenuto. Sette tracce ("sei pezzi in inglese, è stato naturale scriverli così, più uno strumentale"). "Parla di una missione, rappresenta proprio la partenza verso altri mondi, andata e ritorno per salvare la Terra. Siamo degli ottimisti, quindi senza troppi spoiler... il viaggio avrà un lieto fine!".

Progetti per il futuro? Beh, non mancano mai. E più se ne realizzano più ne rinascono. Ce n'è uno che più che altro è un sogno. Sanremo. Danilo in qualche modo già l'ha sperimentato, partecipando ("insieme ad una spedizione messinese guidata da Massimiliano Cavaleri") alle manifestazioni collaterali del Palafiori. Ma entrare dalla porta principale, magari come "Nuove proposte", quella sarebbe un'altra storia. I Quinta Essenza prima o poi la scriveranno.

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