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"Mai più il Ponte senza il Ponte": la Messina che chiede certezze su tempi e procedure

Tra pro e contro al Ponte c'è una terra di mezzo, quella che non ci crede e che grida “Mai più il ponte senza il Ponte”. Che non vuol dire essere a favore dell'infrastruttura, ne' contro. Ma vuol dire avvertire il Governo che un altro lustro a fare e disfare il futuro dello Stretto sarebbe fatale

Tra pro e contro al Ponte c'è una terra di mezzo, quella che non ci crede e che grida “Mai più il ponte senza il Ponte”. Che non vuol dire essere a favore dell'infrastruttura, né contro. Ma vuol dire avvertire il Governo che un altro lustro a fare e disfare il futuro dello Stretto sarebbe fatale. E allora: certezze, tempi europei, opere primarie e compensative. Mai più quel micidiale cocktail di fumo elettorale che, di governo in governo, ha di fatto ha “congelato” lo sviluppo di una città, progettata e riprogettata con e senza il Ponte, a seconda che a Palazzo Chigi soffiassero venti di destra o di sinistra.

Dalla bottega di Torre Faro, ai principali imprenditori del settore turistico della zona, a qualche settimana dal “restart” dell'iter che dovrebbe portare alla realizzazione della mega infrastruttura, il pensiero è unico. Anche i costruttori, con il vice-presidente siciliano, Giuseppe Ricciardello, fanno sapere che non bisogna perdere tempo e che qualsiasi variante al progetto potrebbe determinare ulteriori danni rispetto a quelli che hanno già subito i messinesi. Dal piccolo barista ai principi dell'edilizia l'imperativo è comune.

Fare presto e fare bene, se si vuole realizzare il Ponte, l'alternativa è ucciderci. E nell'attesa bloccare tutto quello che potrebbe muoversi a livello economico. Da chi era pronto a investire nella zona e adesso ci sta ripensando o sta bloccando tutto in attesa di capire cosa succederà fino alle guide turistiche e tour operators che si interrogano su come riusciranno a pianificare i pacchetti da vendere. Già oggi prenotano ai turisti per i prossimi anni e chiedono di sapere al più presto se devono continuare a proporre un borgo noto per il suo mare e per i suoi miti o una mega infrastruttura.

Dopo la nascita di comitati di zona, un coro unanime si leva anche dalla sesta municipalità di Messina, l'area che dovrebbe essere maggiormente interessata dai lavori del Ponte anche perchè rispetto a tanti anni fa la zona di Torre Faro ha avuto un boom turistico di non poco conto. Già oggi è impossibile trovare una casa in affitto o un posto in albergo per il mese di agosto. E il pensiero di congelare tutto nell'attesa della posa della prima pietra spaventa il tessuto imprenditoriale e turistico della zona.

Soprattutto perchè anche in passato il Ponte ha posto una cappa di vincoli, bloccando di fatto diverse iniziative imprenditoriali, ma anche private nella zona. E proprio i vincoli preoccupano anche il comune di Messina che negli ultimi anni ha puntato molto sulla zona di Faro e che adesso chiede innanzitutto coinvolgimento e convergenza. Perchè in ballo ci sono i progetti per decine di milioni di euro finanziati con il Pnrr che devono essere completati entro il 2026 e, soprattutto un Piano regolatore costruito senza il Ponte.

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