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Opere pubbliche, Messina in un anno. Dallo sbaraccamento alla ripresa dell'attività al porto di Tremestieri

E' l'anno del risanamento il 2021. Tra gli interventi pubblici più importanti c'è sicuramente l'avvio della fase definitiva dello sbaraccamento. E' a giugno che la legge Carfagna viene pubblicata in Gazzetta ufficiale. A fare da prologo a questa bella storia che dovrebbe mettere fine a una vergogna durata un settantennio la mostra a Montecitorio sulle baraccopoli organizzata dalla forzista Matilde Siracusano e le visite alle baracche di Fondo Fucile dell'allora capogruppo di Forza Italia Maria Stella Gelmini e della stessa Garfagna accompagnate sempre dalla Siracusano. Da liberare ci sono oltre duemila baracche. Da assegnare ci sono oltre duemila alloggi. E' un lavoro enorme quello affidato con la legge Carfagna al commissario per l'emergenza risanamento Cosima Di Stani, attuale prefetto della città. Un lavoro che si avvale anche del personale di Arisme, la società per il risanamento presieduta da Marcello Scurria diventa qualche mese dopo la pubblicazione della legge soggetto attuatore nell'emergenza. Le strade su cui lavora la prefetta Di Stani sin dalle prime battute del suo mandato sono due: la costruzione di nuovi alloggi e l'acquisto di case già realizzate acquisite sul libero mercato. Invitalia, nominata soggetto attuatore con funzione di stazione appaltante, ha pubblica a ottobre sul proprio sito i bandi di gara per l'affidamento di diversi interventi. Il primo riguarda la realizzazione di 80 alloggi in via Rosso da Messina, di 32 alloggi a Fondo Saccà e di 60 alloggi a Fondo Basile. In tutto 31 milioni e 600 mila euro. Il secondo bando riguarda la demolizione, la bonifica dall'amianto e i trasporti dei rifiuti in discarica, 13 milioni; il terzo provvedimento riguarda la riqualificazione ambientale delle aree sbaraccate dove non è prevista riedificazione, 5 milioni e 200 mila euro. I bandi sono consultabili sul sito della prefettura e sul sito di Invitalia.

Sono almeno 200 le case offerte dai privati ad Arisme, la società per il risanamento, dal 12 ottobre a fine dicembre. L'obiettivo finale: sbaraccare e risanare i 230.000 mq. censiti e sistemare definitivamente in alloggi dignitosi i 6400 cittadini che vi risiedono, entro i 12 mesi previsti prorogabili fino al 31 dicembre del 2023.

Il ponte

Se il risanamento ha imboccato una strada giusta quello che invece resta imbrigliato tra i veti, i dubbi e le polemiche è il ponte. Nel 2021 ha ripreso fiato il dibattito sull'opera ma non è arrivata nessuna certezza. Anzi, da Roma a maggio è saltata fuori la decisione di affidare all'ennesima commissione il computo di decidere se realizzare il ponte a una o a tre campate. Una via che non è piaciuta alla rete per le il ponte e le infrastrutture al sud e agli architetti. A settembre proprio gli architetti, la fondazione architetti del Mediterraneo e la rete civica per le infrastrutture nel mezzogiorno. Organizzano un dibattito. A parteciparvi l'ingegnere Enzo Siviero, docente universitario e rettore dell'ateneo telematico “E Campus” uno dei più prestigiosi docenti di Tecnica delle costruzioni e progetti dei ponti. Il tecnico qualche settimana prima scrive al premier Mario Draghi. Assieme a Siviero, professori, esperti e tecnici che qualche tempo fa promossero l’appello in favore del Ponte sullo Stretto, perché non si disperdesse il patrimonio di conoscenze, di analisi e di studi accumulati in oltre vent’anni di impegno. Insieme a Siviero, tutti i componenti del Comitato scientifico della già concessionaria di Stato “Stretto di Messina Spa. Una replica al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, che ha deciso di affidare uno studio da 50 milioni per il ponte a tre campate. Siviero, ha ricordato che circa la metà del costo del “progetto Ponte” a una campata è destinato a coprire la realizzazione di viadotti e gallerie per rendere possibile i collegamenti autostradali e ferroviari con le reti di trasporto esistenti e programmate. Ad essere progettati non solo il ponte, immediatamente cantierabile e finanziabile con i soldi dell'Europa e in alternativa con i soldi dello Stato, ma anche il collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Continente, la realizzazione della Metropolitana di Messina, lo spostamento della Stazione ferroviaria di Messina, la riqualificazione del waterfront a Messina e a Villa San Giovanni, e tutte le opere di mitigazione ambientale. Durissimo Siviero sulle altre ipotesi: dal tunnel sottomarino al ponte a tre campate definiti irrealizzabili.

Porto Tremestieri

Al porto di Tremestieri nel 2021 finalmente sono ripartiti i lavori. Subito dopo l'estate il trasbordo, affidato alla Comet, dei tubi in acciaio provenienti dalla Turchia. Entro la fine del 2022 l'appalto del nuovo hub portuale dovrebbe arrivare al capolinea. E così, dal 2023, la Rada San Francesco dovrebbe venire chiusa definitivamente al traffico. Dei Tir in città non si dovrebbe vedere più nemmeno l'ombra visto che tutte le compagnie ferrovie e privati si sposteranno a Tremestieri. In rada, piano regolatore del porto permettendo, dovrebbero vedersi tra due anni solo mare a barche da diporto.

Svincolo Giostra

Sarà una nuova un'estate di passione quella 2022 per i pendolari della zona tirrenica. Ma finalmente, il 2021 ha guadagnato il via libera al progetto di messa in sicurezza dei viadotti comunali degli svincoli di Giostra. C'è anche la copertura finanziaria: un milione mezzo di euro per renderli sicuri. Si andrà all'appalto integrato. Un anno per vederli aperti. Le carte delle due opere, simbolo dello spreco, saranno inviate alla magistratura. Progettati nel 1998, collaudati nel 2009, i due viadotti infatti, costati decine di milioni, sono assolutamente inservibili. Una relazione dei tecnici del Comune li demolisce.

A oltre un anno dall'incarico ai tecnici che hanno esaminato i due viadotti comunali degli svincoli di Giostra c'è finalmente il progetto per intervenire e renderli sicuri. Occorrerà addirittura sostituire i sostegni montati in maniera errata. Dodici mesi per appalto integrato e lavori. La relazione tecnica stilata dall'ingegnere Antonio Amato dirigente del settore Infrastrutture e opere Pubbliche del Comune, circa un anno fa, di fatto, le demoliva.

Quelle opere progettate nel '98 e collaudate nel 2009 non sono utilizzabili. Sono stati spesi soldi pubblici, decine e decine di milioni, per non ottenere nulla e per essere costretti a spenderne degli altri. I due viadotti comunali dello svincolo di Giostra che collegano l'uscita autostradale alla galleria San Jachiddu snellirebbero e non di poco il traffico collegando l'autostrada alla galleria San Jachuiddu. Anche per i tecnici che hanno stilato il progetto ci vogliono un milione e mezzo di euro. C'è già la copertura finanziaria. Occorrerà adesso andare all'appalto integrato. La progettazione esecutiva sarà approntata da chi si aggiudicherà la gara. Sei, sette mesi di lavori e almeno altrettanti per arrivare in gara.

Nuova via Don Blasco

Ma il 2021 è l'anno della via Don Blasco, quella via del mare inseguita e annunciata per anni. Nessuna demolizione, per ora, del ponte ferroviario che sovrasta la via Santa Cecilia che sorge sul tracciato della nuova via Don Blasco. I lavori della via Don Blasco per l'80% dell'opera che sta realizzando il Comune, dopo un lungo iter procedurale, sono in stato avanzato. Completato l'ottanta per cento circa del tracciato. Quello che va da Gazzi alla via santa Cecilia. Resteranno cantiere aperto gli ultimi 400 metri del percorso

La nuova via don Blasco collegherà la via Franza, fino al cavalcavia della via Tommaso Cannizzaro. Un tracciato di 3,8 chilometri che rappresenterà un' alternativa alla via La Farina, con una strada, in molti punti, a quattro corsie, parcheggi, tre rotatorie e due collegamenti con gli svincoli autostradali.

Cantieri Fiera

Nessuna buona novità per i cantieri in Fiera. L'Autorità di sistema è alle prese con sentenze della giustizia amministrativa, bombe e rescissioni di contratti. Il 2021 trascorrerà con l'immagine degli enormi cumuli di detriti rimasti al posto degli edifici demoliti. Sembra davvero un sortilegio. Due i cantieri fermi. La sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa del 2021 ha ribaltato l’esito della gara d’appalto da 10 milioni per il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione degli uffici, dell’ex Teatro e del Padiglione d’ingresso della Fiera di Messina, annullando l’aggiudicazione al Consorzio Stabile e aggiudicando l’appalto al raggruppamento di imprese Jonica 2001-Sorbello-Cocer. E si è ancora nella fase dell'aggiudicazione con i controlli di rito a questa impresa. Ferme anche le operazioni di bonifica partite dopo il ritrovamento di alcuni ordigni bellici.

Anche l’altro importante appalto quello relativo alla ristrutturazione dei Padiglioni vincolati si è interrotto e l’impresa aggiudicataria, la Lupò, che aveva già completato gran parte dell’opera, ha dichiarato la propria indisponibilità a proseguire i lavori, presentando denuncia all’autorità giudiziaria e una richiesta di risarcimento danni. Avrebbero dovuto essere i due interventi simbolo del recupero del quartiere fieristico. Ma sta accadendo il contrario.

Cominciati infine nel 2021 i lavori di ripascimento delle coste di Galati.

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