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"Cerco lavoro, ma in nero". Lidi di Messina pronti allo start, ma manca il personale

Manovalanza, dipendenti e bagnini rappresentano ad oggi uno dei principali problemi per i titolari delle strutture messinesi in questa seconda estate targata Covid-19: non se ne trovano disponibili ad essere messi in regola

Il via alla stagione balneare c'è, qualche lido nella zona litoranea sta timidamente pensando di riaprire subito i battenti e sfruttare anche il mese di maggio dopo l'anno orribile dei ristoranti (soprattutto a Messina) e l'esperienza dell'estate 2020 che ha ridotto a due mesi la frequentazione dei lidi.

Ma all'appello manca qualcosa. E dopo le denunce dello scorso anno, fatte soprattutto dal coordinatore provinciale della FiBa, la Federazione Italiana delle Imprese Balneari, Santino Morabito, è arrivata la conferma anche per questa stagione.

Il reddito di cittadinanza spazza via gli stagionali dei lidi. Lo prendono in tanti e nessuno vuole tornare a lavorare, perché spesso si preferisce guadagnare stando comodamente a casa. E di fatti la richiesta è sempre la solita: "Cerco lavoro, ma in nero". Se si offre un contratto regolare, ecco che il bisogno e la voglia di lavorare scompaiono in un battibaleno.

Proprio manovalanza, dipendenti e bagnini rappresentano ad oggi uno dei principali problemi per i titolari delle strutture in questa seconda estate targata Covid-19. Proprio perché non se ne trovano. O meglio non se ne trovano disponibili ad essere messi in regola.

Un vero paradosso in una delle città con il più alto tasso di disoccupazione d’Italia. Il motivo è semplice: tra reddito di cittadinanza e cassa integrazione, nessuno mira ad avere un contratto regolare come testimonia Santino Morabito ai microfoni di Salvatore De Maria.

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