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Da Milano a Messina, il ritorno dell'insegnante della "gentilezza" Katia Gussio - VIDEO

Mi sono accorta il vero lavoro di insegnante era proprio lì, dove gli altri dicevano che non c'era speranza"

«Faccio l' insegnante da ben 30 anni - racconta Katia -, credo che ogni giorno sia necessario spostare sempre più in alto l'asticella e fare qualcosa in più per costruire gli adulti di domani. Probabilmente il mio è un percorso di sacrifici, come quello di tanti miei colleghi, e cerco sempre di fare il mio dovere». Katia ricorda bene gli inizi: «A 23 anni sono andata a Milano. Per un mese mi ha dato ospitalità zia Lelia, che adoro, ma poi ho trovato una sistemazione vicino alla scuola dove lavoravo. In quel periodo si trottava tanto, ma ricordo che ogni volta che prendevo la metropolitana mi saliva il magone. Non c'era nessuno che mi chiamava per nome e la mia espansività si spegneva davanti a quei visi muti. E pensavo spesso a quando mamma mi rimproverava a Messina, invece, per tutte le volte che facevo tardi perché per strada puntualmente avevo incrociato qualcuno che conoscevo. Altri tempi in cui il telefonino non c' era».

La giovane però ad un certo punto decise di fare i bagagli e tornare al Sud: «Alla fine sono tornata un po' per convinzione e un po' per necessità. Inizialmente ho lavorato a Contesse, poi a Maregrosso». Un posto che allora, era anche di frontiera. «Mi sono ritrovata ad essere l'insegnante di bambini con una grande fragilità emotiva e molti dei loro genitori vivevano di espedienti. Non è stato facile, ma poi ho capito che il vero lavoro era proprio lì, dove gli altri dicevano che non c'era speranza».

Ed ecco come Katia allieta le giornate dei più piccoli, lei l'insegnante della "gentilezza"

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