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Dall’alto del Pilone, la città di Messina guarda al futuro

Dall’alto del Pilone, la città guarda al futuro. La “risorsa Mare” e i programmi della Giunta Basile per valorizzare la “Tour Eiffel” dello Stretto

La vertigine e l’abisso azzurro. Dal Pilone si domina tutto, quel piccolo grande mondo, antico e modernissimo, che risponde al nome di Stretto di Messina. Sulla piattaforma collocata circa a metà, a 110 metri d’altezza (“u Piluni” svetta con i suoi complessivi 234 metri, quasi come la Tour Eiffel, a Parigi, che raggiunge i 300 metri), la troupe di Rtp ha realizzato una straordinaria puntata di “Scirocco”, il talk condotto da Emilio Pintaldi. Salire in cima non è possibile, a percorrere gli oltre mille scalini complessivi sono autorizzati a farlo solo i tecnici che ne curano la manutenzione.
È stata, dunque, l’occasione per riaccendere i riflettori sul Pilone e per affrontare, più in generale, i temi della “Risorsa Mare”, presenti il sindaco Basile e l’assessore Caminiti che, insieme con l’ingegnere Salvatore Saglimbeni, hanno parlato dei progetti dell’Amministrazione comunale, in particolare quello volto a rendere fruibile, per messinesi e turisti, la “Torre Eiffel” dello Stretto.
Quando fu progettato nel 1948, realizzato nel 1954-55 e inaugurato nel 1956, c’è chi la prese malissimo, chi parlò di sfregio ambientale, chi lo definì un ammasso di ferraglia in uno dei luoghi più incantevoli al mondo. Ora, come spesso accade alle opere più contestate, se qualcuno proponesse lo smantellamento e la demolizione del Pilone, verrebbe ricoverato in un reparto psichiatrico, perché Capo Peloro e Pilone sono ormai un binomio indissolubile. E “u Piluni” è una sentinella che guarda dall’alto Cariddi e Scilla e che si porta addosso tutti gli acciacchi di un vecchio pensionato, capace di resistere anche a venti che superano i 150 chilometri all’ora. Ha svolto il suo mestiere di traliccio della linea elettrica ad alta tensione a 220 KV che ha attraversato per decenni lo Stretto, quella sorta di “Ponte elettrico” che collegava le due torri d’acciaio collocate su questa e sull’altra sponda. E ricordiamo che proprio l’elettrodotto dello Stretto vinse nel 1957 il Premio Aniai per la migliore realizzazione dell’ingegneria elettrotecnica italiana. Andò in “quiescenza” ufficialmente nell’agosto del 1993, ma già dal 1985 era entrato in esercizio il nuovo collegamento elettrico sottomarino. Nel dicembre 1999 fu inaugurato l’impianto d’illuminazione con 32 fari e nel 2006, sotto la breve sindacatura di Francantonio Genovese, furono rese possibili anche le visite, ma per poco tempo.
Adesso la Giunta, come hanno spiegato Basile e Caminiti, ha le idee chiare e nell’arco dei quattro anni che restano di mandato, intende attuare il progetto di fruizione e valorizzazione turistica del Pilone. Intanto, sta cambiando l’illuminazione artistica. Poi, assicurate le condizioni di sicurezza, si cercherà di rendere permanente la possibilità di visitarlo, realizzando anche strutture di ristoro e un piccolo Museo del Pilone.
Tanti gli spunti offerti durante l’intervista di Pintaldi al sindaco. «Il Pilone è all’interno di un piano complessivo di rigenerazione urbana di tutta questa zona – ha dichiarato Basile –, come il recupero dell’area ex Seaflight che è stata abbaNdonata per decenni e che ora, grazie alla mia Giunta e a quella di Cateno De Luca, sarà trasformata in un’arena-belvedere sul mare».

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