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L'ex giallorosso Buonocore: «Messina, cuore e coraggio»

L’indimenticato fantasista “presenta” lo spareggio di ritorno con la Gelbison in programma sabato al “Franco Scoglio”

Messina-Gelbison by Enrico Buonocore; a tre giorni dalla partita di ritorno dei playout contro la formazione campana, il “Piccolo Diego”, come veniva chiamato all’inizio della sua carriera, da lontano manda i suoi consigli alla vigilia dei 90’ decisivi per la stagione. Un cuore che, pur da lontano, batte ancora giallorosso, forte di tre anni e mezzo in riva allo Stretto, una cavalcata dalla C2 alla Serie B condita da magie che soltanto il suo piede sinistro sapeva regalare, e che lo hanno fatto entrare di diritto nella storia del Messina e nel cuore dei tifosi.
Una stagione, quella appena conclusa, trionfale per Enrico, che ha guidato dalla panchina il “suo” Ischia dall’Eccellenza alla Serie D, al termine di un campionato dominato e concluso vittoriosamente con una giornata di anticipo.
«Un’esperienza indimenticabile, soprattutto per me che sono ischitano, e che abbiamo realizzato proprio nell’anno del Centenario della società; un bis per me, che il campionato a Ischia lo avevo già vinto da giocatore. Non è stato facile, perché l’Eccellenza campana è di un buon livello, ma noi siamo stati in testa alla classifica sin dalla seconda giornata».
Hai seguito da lontano questa stagione del Messina, che sabato si gioca la C nel ritorno dei playout contro la Gelbison?
«Ogni tanto ho visto qualcosa, ma mi sembra che la stagione sia andata un po’ come quelle recenti, fra alti e bassi. Non si riesce a dare continuità, ogni anno si cambiano tanti giocatori, e così non è facile lavorare. Nel mio periodo in giallorosso, nel doppio salto dalla C2 alla B c’era sempre un gruppo confermato di giocatori, e una società forte e organizzata che portava avanti un progetto».
Come si preparano e, soprattutto, come si vincono queste partite?
«Lavorando serenamente, ma con la massima concentrazione e cercando per quanto possibile di evitare di pensare alla partita, altrimenti arrivi in campo già scarico. Nella mia esperienza giallorossa, alla vigilia delle due doppie sfide di playoff contro Ascoli e Catania abbiamo lavorato con grande tranquillità; eravamo in ritiro fuori Messina, stavamo tutti insieme. Di quelle sere ricordo le interminabili partite a carte in stanza con Sasà Marra, Pippo Romano e Gigi Corino; eravamo come in famiglia, e ancora oggi con alcuni di loro condividiamo un gruppo Whatsapp».
Sabato si parte dallo 0-1, ma per la migliore classifica in campionato al Messina sarà sufficiente vincere con qualsiasi risultato.
«Il Messina è più forte della Gelbison. È chiaro che la partita va giocata, ma i giallorossi hanno tutte le carte in regola per vincere. Ho visto il gol subito all’andata, una rete tra l’altro evitabile; ma è proprio in queste partite che devi tenere l’attenzione massima fino alla fine. Sabato i giocatori devono avere coraggio, essere propositivi anzi, aver perso l’andata, alla fine potrebbe anche essere un vantaggio, perché così sono costretti a fare la partita, a giocare per vincere. Sono 90’ in cui devi dare tutto, con cuore, coraggio e senso di appartenenza, consapevoli della storia del Messina. Spero che giocatori e tifosi vivano un giorno di festa, riuscendo a mantenere la categoria, ma non dimentichiamo che per Messina la Serie C dovrebbe essere solo il punto di partenza e si deve puntare più in alto, programmando fin dal settore giovanile. Altrimenti, è normale che la gente si allontani».

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