«Di quella caldissima giornata d' estate ricordo proprio tutto. Mi chiedevo : perché proprio a me? Che ho fatto di male? Io che mi sono sempre prodigata, nonostante la mia giovane età, ad aiutare gli altri». Lo scorso 27 luglio Giovanna Deani, studentessa dell'Università di Messina, non lo dimenticherà mai. Il sole si rifletteva sul suo viso corrugato di lacrime e sangue. E mentre si aggrappava voracemente alla vita, dopo l'incidente che le ha fatto perdere una gamba, pensava al giovane atleta Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto, che nonostante viva la sua vita su una sedia a rotelle, non ha perso la voglia di vivere ed è diventato un simbolo di resilienza.
«Manuel? Il primo al quale ho pensato perché è sempre sorridente e in quel momento di dolore e confusione mi ha dato la forza di aggrapparmi alla speranza e al desiderio di voler continuare a vivere. Oggi – racconta – sono una persona diversa. Amo la vita più di prima, perché aver visto la morte con gli occhi e averla sconfitta mi porta a essere più determinata e a cogliere l'attimo. Mi sono sentita grande all'improvviso, anche se ancora dentro di me mi sento una bambina. E ho capito che tutto nella vita può essere affrontato con coraggio e determinazione e non bisogna mai avere paura di essere fragili e chiedere aiuto».
E una nuova vita è iniziata per Giovanna da quando ha potuto affidarsi, su consiglio del Policlinico, alle cure del centro Roga di Enna che per rimetterla in piedi doveva aspettare che i tempi fossero maturi.
«Ho iniziato – continua – a fare la riabilitazione a gennaio. E ora torno quando ho necessità per dei controlli di routine in questo centro siciliano dove sono seguita con tanto amore e professionalità . Lì è un posto magico oltre che miracoloso. Mi sono trovata benissimo dal primo giorno, ho trovato una seconda famiglia. Tutti siamo accomunati da un vissuto che ci ha stravolto la vita, ma è il sorriso e la voglia di continuare a vivere che ci rende speciali e ci accomuna al di là della sofferenza che purtroppo ci ha toccati».
Ma le sfide da affrontare per la dolce Giovanna sono state tante e il percorso è stato costellato da mille perplessità che la attanagliavano: «La sfida più dura – precisa – è stata accettare la mia condizione fisica, anche quando ero in ospedale non riuscivo a immaginare una nuova me senza una gamba e avevo paura dell' occhio sociale e del giudizio altrui. Spesso, quando ancora non avevo la protesi, mi è capitato di sentirmi a disagio tra la gente. Certi sguardi erano pieni di curiosità e si andava a vedere quello che in realtà non c'è più. E questa cosa mi infastidiva parecchio».
Ma per fortuna, ad attutire tutto e a parare il colpo c' era l'Amore con la A maiuscola. Quello delle amiche che sanno sempre toccare le corde giuste e ogni volta sanno come cancellare lo sconforto con un colpo di spugna e quello immenso dei suoi genitori e di sua sorella Giulia, che riescono ad accendere gioia.
Ogni momento: «La mia famiglia ha sempre avuto un ruolo importante in tutto questo dolore e sempre lo avrà, ed è anche grazie a loro se oggi riesco a vivere con il sorriso sulle labbra e l'amore verso il prossimo. La nostra forza? La semplicità. Mi hanno sempre cresciuta con umiltà e valori che oggi facciamo difficoltà a trovare nella società». Oggi Giovanna è una ragazza di ventidue anni, che ama il suo mare di Nizza di Sicilia, scrivere e fissare su carta i suoi stati d'animo.
Coltiva un obiettivo imminente: laurearsi. E tanti sogni a breve termine come quello di immergersi nel Museo di Van Gogh ad Amsterdam, e incontrare il suo “mental coach” Bortuzzo e Beppe Fiorello, che con il suo primo film “Stranizza d'amuri”, è riuscita a farla commuovere. E su quelli a lungo termine non ha dubbi: avere una famiglia tutta sua e diventare una donna in carriera. E ai giovani lancia un messaggio: «Ai miei coetanei, ribattezzati dagli adulti “generazione fragile” dico che nessun dolore deve essere più forte della voglia di vivere. E nessun fallimento deve impedire di sognare. Siamo giovani e non è giusto farci travolgere dalle disgrazie. Qualsiasi difficoltà – conclude – può essere affrontata dignitosamente col coraggio e con l' amore verso se stessi, ascoltando le proprie fragilità e se occorre chiedendo aiuto».
E del resto Giovanna dimostra che l'amore per la vita porta ad andare avanti e tanti personaggi noti l'hanno abbracciata idealmente mandandole dei videomessaggi. Tra questi l'atleta paralimpica calabrese Giusy Versace, l'oro olimpico siciliano Luigi Busà, il cantautore Aka7even e le calciatrici dell'Academy Sant'Agata.
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