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Messina, l’acqua non è una barriera: le immersioni sono per tutti

Il progetto di Ecosfera Diving Center nella Cittadella universitaria. «Non è uno sport solo per i normodotati»

Ieri pomeriggio, nella piscina della Cittadella sportiva universitaria dell’Annunziata, i responsabili dell’attività subacquea di Ecosfera si sono prodigati nel progetto “Zero Barriere” dedicato alla disabilità. Un’occasione di festa e inclusione sociale, rivolta a persone con disabilità fisica, visiva e cognitiva, attraverso lo svolgimento di attività legate al mondo sommerso e alla subacquea. Domenico Majolino, responsabile di Ecosfera, ha salutato con un “grazie” tutti gli intervenuti. «Con un pizzico di competenza e tanta passione, calma e soprattutto professionalità – ha detto Majolino – abbiamo provato a mettere in atto tutte quelle competenze acquisite nei corsi e nelle esercitazioni. È stato un bel momento per tutta la comunità subacquea, perché siamo riusciti a far capire che questo non è uno sport solo per i normodotati ma lo è anche per i disabili».
Quali caratteristiche servono per avvicinarsi a questo sport?
«L'importante è essere in possesso di un certificato medico con abilitazione a un'attività sportiva, anche se non agonistica. Bisogna fare tutto in assoluta sicurezza e rispettando le regole prescritte».
Questa manifestazione sarà ripetuta?
«Siamo stati sommersi da così tante richieste di aiuto che abbiamo pensato di fare quest'attività in maniera cadenzata».
Il corresponsabile del progetto sulla disabilità Pietro Grioli ha insistito sulla possibilità di fare andare i disabili in acqua insieme con Ecosfera: «Questa giornata ha il senso di appartenenza e attenzione al mondo della disabilità. Oggi sono presente in qualità di principal investigator di un progetto che l'Irccs di Messina ha approvato, relativo anche a un'altra parte della disabilità, forse un po' diversa se non più grave, che riguarda gli autistici presso il BioParco. È il progetto S.F.O.R.A, che si occupa di avvicinare il mondo della disabilità a quello acquatico».
In che termini?
«Permette ai disabili di relazionarsi con il mondo marino, anche se ci sarebbe bisogno di un supporto più ampio. So per certo che la direzione generale, nella persona del dott. Vincenzo Barone, si sta occupando fattivamente anche della destinazione dell'area della vecchia piscina situata nell’ex Istituto Marino, che non è mai stata utilizzata. Insomma piccole cose che potrebbero ampliarsi facilmente, peraltro grazie a un progetto del quale nessun altro se n’è mai occupato».

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