Non sono tante le città in cui sono donne a guidare gran parte dei principali “palazzi” istituzionali. Messina ha la prefetto, la questora, la presidente del Tribunale, la procuratrice capo, la sovrintendente. All’altra metà del cielo, in questo caso gli uomini, “restano” il Comune e l’Università, dove mai una donna è stata sindaco o rettore.
Ma quante sono le donne nelle principali aziende pubbliche cittadine? hanno ruoli di rilievo o sono sempre gli uomini nella stanza dei bottoni? Il dato numerico, in città, appare abbastanza equilibrato. Lo è meno il “peso” del potere delle donne in questi enti. Questa l’analisi generale, ma vediamo il dettaglio.
Partiamo dal Comune. Il dato complessivo è molto bilanciato perché vi lavorano 511 uomini e 501 donne a cui si aggiungono 60 “lui” e 33 “lei” a tempo indeterminato. Interessante la fotografia della divisione fra i vari livelli. I “D”, cioè le categorie più elevate dopo i dirigenti, i funzionari sono 132 donne e 101 uomini. In perfetta parità gli istruttori di livello “C”: 242 per ciascun sesso. A livello apicale, le cose cambiano. Su 8 dirigenti solo due sono donne. Ma la segretaria generale è Rossana Carrubba. L’aspetto politico è più... azzurro. In giunta, dopo le dimissioni di Carlotta Previti, sono rimaste in due le donne: Calafiore e Cannata. Sette gli uomini, Basile compreso. In Consiglio, stessa proporzione: 12 donne su 32, ma tre delle sei commissioni sono guidate da consigliere. Tre della quattro principali società partecipate sono presiedute da donne.
A Messina Servizi gli uomini sono in netta preponderanza, ma il trend è in inversione. Sono 470 gli uomini e 90 le donne, ma solo nelle ultime assunzioni, quelle del 2019, ne sono arrivate 48. «Stiamo preparando la certificazione Iso di genere – dice la presidente Interdonato –. Le donne possono fare lo stesso lavoro, pur faticoso, degli uomini». All’Amamsono 49 gli uomini e 14 le donne, ma due membri su tre del cda ( la presidente Bonasera e la consigliera Franza sono donne). La Messina Social City è il ... Paradiso delle Signore. Sono 682 su 910 dipendenti, cioè il 74%. E anche in questo caso due le donne nel Cda ( una in più di quanto preveda l’equilibrio di genere della norma), la presidente Asquini e la consigliera Bruno. Poi c’è l’Atm. Altro feudo, per il tipo di lavoro, tradizionalmente maschile. Oggi sono 105 su 534, un buon 20%. Alla Città metropolitana, su 609 dipendenti, sono 191 le donne (31%). I funzionari sono 57 uomini e 38 le donne, gli istruttori, all’inverso, sono 106 donne e 78 uomini. L’unica dirigente è donna e il Comitato unico di garanzia, presieduto da Nicoletta Marcianò, che promuove le pari opportunità di genere e contrasta le discriminazioni, come quello di Comune e Università è nella Rete Nazionale.
All’Università, sono 1.973 i dipendenti. E non c’è una grande differenza né fra i docenti (528 donne e 621 uomini) né tanto meno nel personale tecnico amministrativo (409 e 415). «Le donne, in Italia, sono soprattutto insegnanti, impiegate, operatrici della sanità e assistenza sociale, addette dall’industria manifatturiera, soprattutto settore tessile – dice la prorettrice (una delle 4 su 7 complessivi) alle politiche di genere– . Solo una donna su 4 occupa ruoli dirigenziali. Esiste un divario nel tasso di occupazione femminile tra Nord e Sud e la Sicilia con il 30.3 % rappresenta il fanalino di coda. Ciò è legato anche alla differente presenza di servizi a supporto della genitorialità». Al Policlinico lavorano su 2340 dipendenti, 1.326 donne , 966 delle quali operano nel comparto medico e 360 nell’area della dirigenza. Su 72 strutture ( complesse e dipartimentali) 18 sono le donne direttrici, per intenderci, primarie. Su 7 strutture amministrative, invece, 5 sono dirette da donne. Ed è donna anche l’attuale direttrice amministrativa.
All’Asp le donne sono molte più degli uomini (2795 a 1694) ma nell’analisi delle direzioni si nota come 51 strutture complesse e 54 di quelle semplici sono guidate da uomini, mentre le donne dirigono 16 strutture complesse 26 semplici. Donna la direttrice amministrativa. All’Inps, direzione di Messina, sono 152 gli uomini e 148 le donne. In equilibrio. All’Autorità di sistema portuale dello Stretto 10 donne su 30 dipendenti. Ma i due dirigenti sono uomini e mai un presidente o un segretario è stato donna. A Poste Italiane oltre 140 lavoratrici compongono il 40% delle risorse applicate nei Centri Distribuzione della provincia. In questo contesto spicca il Centro di Patti dove il 77% delle risorse è donna, la percentuale più alta per il settore del recapito in Sicilia.
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