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Messina, mensa di S. Antonio in festa: dopo il covid riapre il salone

Un servizio essenziale per i più poveri nato 15 anni fa

Un piccolo grande segno di gratitudine per il servizio amorevole e fedele prestato in questi primi 15 anni in favore di quanti avessero bisogno di un pasto caldo, una parola di conforto, un sorriso. Si fa festa all’Istituto dei padri rogazionisti di via S. Cecilia con i volontari della Mensa dei poveri di S. Antonio, che assieme ai religiosi e ai tanti benefattori hanno continuato quell’opera di carità voluta e creata da Sant’Annibale Maria di Francia nel quartiere Avignone. “S. Antonio non ha mai fatto mancare il pane ai miei poveri”: è così che il motto del Canonico si è “concretizzato” nella Mensa, inaugurata l’11 febbraio 2008 e divenuta nel tempo un presidio di speranza, punto di riferimento per la città di Messina. Le volontarie e i volontari si sono ritrovati sabato scorso, dopo la celebrazione della messa nel salone della Mensa che, dopo il lungo periodo di stop legato al Covid, dal primo marzo tornerà ad accogliere gli ospiti per il servizio dei pasti ai tavoli. C’erano gli angeli della prima ora, Rosa Lo Presti e Maria Midili, che hanno vissuto ogni giorno di questi 15 anni. A ciascuno di loro il grazie del superiore dell’Istituto padre Giorgio Nalin hanno consegnato una pergamena, quale segno di gratitudine per il servizio svolto: «Ogni volta che fate del bene state aiutando Cristo», ha detto padre Nalin, ricordando lo zelo del predecessore padre Vincenzo Latina; il riconoscimento della comunità rogazionista anche a padre Adriano Inguscio - che ha svolto il servizio di economato prima del confratello Unni Pottokkaran - e al rettore padre Mario Magro, ai quali è stata assegnata una targa. Ma il grazie più grande è quello tributato dai volontari alla coordinatrice della Mensa, Elena Ricciari Donato, che “ha sempre teso la mano per aiutare il prossimo”, si legge sulla targa in cristallo consegnatale. I volontari sono adesso pronti a continuare, sulla scia degli insegnamenti di S. Annibale, con lo stesso entusiasmo del primo giorno: l’auspicio di padre Nalin è quello di allargare sempre di più questa meravigliosa famiglia, con “nuovi cuori pronti a battere per il bene del prossimo”. La serata è proseguita con il taglio della torta e la musica dal vivo di Natale Munaò.

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