Devozione, tradizione, senso di appartenenza: un legame speciale sugellato da una “Lettera” quello tra la Vergine e i messinesi, che dopo due anni di sosta hanno ripreso il cammino dietro la Veloce Ascoltatrice, un percorso a tratti faticoso fatto di attese, gioie, affanni ma carico di speranza.
La giornata di oggi ha sancito la “vera” rinascita di Messina con la ripresa della processione della Madonna della Lettera: una festa per migliaia di fedeli, sacerdoti, religiose e religiosi, comunità parrocchiali e gente comune che ha gremito piazza Duomo al grido di “Viva Maria”. In cammino con Maria: tante le storie di vita che s’intrecciano dietro quelle stanghe di legno con chi per tradizione, grazia ricevuta o atto di fede, continua a portare in processione quel fercolo argenteo, unito in preghiera con tutti i fratelli vicini e lontani. Dal gruppo storico dei portatori, fondato nel 1973 dal compianto Michele Trifiletti, guidato da Giuseppe Doddis, ai giovani sacerdoti diocesani e religiosi che per tradizione sono protagonisti dello “scambio” alle stanghe all’uscita del fercolo dalla Cattedrale e al suo rientro (domani sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud il racconto completo). Tra le tradizioni legate alla processione c’è lo “scambio” fra i portatori con i canonici del Capitolo protometropolitano della Cattedrale e i sacerdoti diocesani e religiosi, che all’uscita dal Duomo e al rientro sollevano e conducono per un tratto il fercolo al grido di “Viva Maria”. Il corteo, animato in filodiffusione dal coro giovanile “Note Colorate” diretto dal maestro Giovanni Mundo, è stato presidiato dai volontari delle associazioni di Protezione civile coordinati dal Nucleo diocesano della Caritas. In serata dopo la messa delle 21, sul sagrato del santuario di Montalto lo spettacolo di giochi pirotecnici.
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