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Messina sogna il Parco blu delle Sirene... Diventerà realtà? FOTO

L’idea di realizzare nella Falce un Polo scientifico internazionale per la tutela delle Biodiversità marine (con annesso il Grande Acquario dello Stretto) trova consensi unanimi. Anche la Giunta si è detta favorevole così come l'Autorità di sistema portuale e la stessa Università

Un ordine del giorno votato da tutta l'Aula (19 sì, solo 4 astensioni), che impegna l'Amministrazione comunale - l'attuale ma anche quella che verrà dopo le elezioni anticipate - a inserire tra i progetti prioritari della città di Messina quello riguardante la realizzazione del Polo internazionale delle Biodiversità marine, con il Parco Blu delle Sirene e il Grande Acquario dello Stretto, previsti nella Zona falcata. È il secondo, importante, passaggio, dopo l'incontro promosso nella scorsa settimana dal presidente dell'Autorità di sistema portuale, Mario Mega.

7È la conferma della volontà di un'intera città a portare avanti quella che è stata definita una visionaria scommessa, una «utopia possibile», che trasformi la Falce, le ridia un ruolo e, nello stesso tempo, diventi un laboratorio a cielo aperto di scienza, cultura e bellezza. L'Amministrazione, da parte sua, si è sempre detta favorevole a questo progetto, ideato dal prof. Josè Gambino, così come l'Università di Messina.

Il voto in Consiglio comunale è l'effetto di quanto avvenuto nella seduta congiunta della IV e VI Commissione nel novembre 2021, allorché fu valutato il progetto relativo alla realizzazione del Polo scientifico internazionale per la tutela delle biodiversità marine, illustrato ai consiglieri dallo stesso Gambino, con delle slide, una corposa relazione e la consegna del “business plan” che prevede un investimento da 120 milioni di euro.

«Questo Polo scientifico - si legge nel testo dell'ordine del giorno approvato - ha una sua “mission” etico-ecologica e disporrà di strutture d'avanguardia, che qualificano questo impianto sul piano dell'innovazione e dell'internazionalizzazione».

È un progetto «che può contribuire alla formazione di un nuovo modello planetario di “citta per il mare”, capace di modificare quel rapporto tra le città costiere e i mari e gli oceani, da considerarsi non più come elementi da sfruttare ma come elementi da valorizzare e contribuendo a dare risposta alla soluzione di fondamentali criticità ambientali, attraverso una serie di attività di ricerca incentrate sulla lotta ai cambiamenti climatici, la lotta alla diffusione della microplastica, la lotta per la conservazione delle specie marine a rischio d'estinzione.

Il modello proposto di attuazione della transizione ecologica coniuga operativamente la “Blue Ecology” con la “Blue Economy”, rispondendo in modo concreto ed esemplare alla diffusione di una nuova coscienza ambientale mediante la realizzazione del grande Parco Blu delle Sirene, impreziosito dalla estensione delle aree verdi, dalla localizzazione dell'architettura della biodiversità marina, dalla configurazione di opere d' arte, che richiamano il valore del “genius loci”, e dalla presenza del Centro per l'identità mediterranea».

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