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"Caso Celeste". Fc: "Debiti? Chiariamo". Chiesta la proroga della concessione ma non accordata

"Sin dal momento in cui l'Amministrazione comunale di Messina glielo ha affidato in concessione, Fc Messina ha posto in essere una costante attività di custodia e di manutenzione dello stadio "Giovanni Celeste" in modo da rendere la struttura effettivamente fruibile": con queste parole il cda del club presieduto da Rocco Arena ha voluto oltremodo chiarire alcuni aspetti della vicenda che riguardano la gestione dello stadio di via Oreto, nel quale i giallorossi speravano di giocare anche le gare interne di campionato. Ma ciò non avverrà dopo il diniego della Questura di Messina.

Gli ultimi interventi

"Ai lavori già effettuati prima che l'emergenza Covid-19 determinasse il lockdown nel mese di marzo 2020, lavori che sono stati oggetto di valutazione positiva da parte della competente commissione del Comune di Messina, sono stati effettuati negli ultimi giorni ulteriori interventi, tanto sul terreno di gioco (risemina, sostituzione delle panchine, sostituzione delle reti, tracciatura del terreno di gioco) quanto nei locali interni (riparazione delle caldaie, interventi sugli impianti elettrici ed idraulici, pitturazione ambienti, interventi su palestra, lavanderia) - prosegue la proprietà peloritana -. Stante il perdurare dell'attuale emergenza sanitaria e la conseguente necessità di disputare a porte chiuse le partite di campionato, abbiamo ritenuto di verificare la possibilità di disputare le gare interne al Celeste, ottenendo il consenso tanto del Comune di Messina quanto della Lega Nazionale Dilettanti". Ma, appunto, al momento non della Questura, che ritiene non ci siano le condizioni di sicurezza, al di là delle porte chiuse.

Sui debiti pregressi: cauzione, energia elettrica e imposta di pubblicità

"Fc Messina ha onorato tutti gli impegni economici con il Comune di Messina con riferimento alla concessione del "Celeste" Al momento in cui la concessione stessa fu assentita, Fc Messina ha versato nelle casse del Comune a titolo di cauzione a garanzia per l'adempimento delle sue obbligazioni, la somma di 20 mila euro, che si è aggiunta all'importo versato a titolo di canone di concessione. Al momento attuale, pertanto, Fc Messina è creditore della suddetta somma, posto che nessun inadempimento è stato contestato dal Comune alla nostra società": una presa di posizione forte, che dunque è in disaccordo con la nota del dirigente comunale Salvatore De Francesco, che parla esplicitamente di debiti pregressi legati alla gestione dell'impianto. In tal senso il club precisa ancora: "La "regolarizzazione dei precedenti utilizzi" alla quale si fa riferimento, attiene alla quantificazione forfetaria del consumo di energia elettrica, argomento in merito al quale i nostri tecnici si erano già messi a disposizione degli uffici comunali prima che intervenisse il lockdown disposto dalle Autorità. L'FC Messina ha onorato tutti gli impegni che ha assunto. L'unica partita, allo stato, aperta è quella che si riferisce a un importo relativo all'imposta di pubblicità maturata negli anni 2013-2019, che la vecchia proprietà del Città di Messina ha contestato e relativamente alla quale non sono mai stati notificati avvisi di liquidazione".

Chiesta la concessione sino a fine stagione ma non accordata

L'Fc ha voluto chiarire per completezza di avere più volte chiesto che l'Amministrazione comunale la proroga della concessione del "Celeste" sino al termine della stagione sportiva in corso, "ma purtroppo questa richiesta non ha avuto seguito. Ciò nonostante, la nostra società ha continuato a custodire e manutenere l'impianto con diligenza, fino agli interventi degli ultimi giorni. Non è stata Fc Messina a chiedere al Comune di compensare gli importi dovuti a titolo di canone per l'utilizzo dell'impianto con quelli spesi per le migliorie effettuate, quantunque non sembri scandaloso procedere in questo modo posto che gli interventi attuati sulla struttura sono ingenti e le relative migliorie resteranno, naturalmente, a beneficio del Comune di Messina".

Il ruolo, politico e non di passacarte, del Comune

Il Comune è convinto di avere fatto tutto in modo corretto, trasmettendo il nulla osta anche per la disputa delle gare interne a condizione che venisse rispettata la tariffa o venissero realizzati interventi pari alla stessa, per saldare i conti. L'ormai famosa compensazione. Peccato, però, che non ci sono calcoli specifici, se non un rimando generico. E i conti vanno fatti, perché la richiesta di proroga della concessione non accordata, conferma dunque che l'Fc al momento usufruisce dell'impianto secondo canone. Vanno fatti, anche per maggiore sicurezza dell'Fc, che altrimenti rischia di continuare a sostenere costi per uno stadio che al momento utilizza (economicamente) “alla giornata”. In attesa dell'esito del bando pluriennale dello stadio “Scoglio”, che comunque sino a giugno 2021 sarà gestito dall'Acr Messina. Sulle compensazioni, è già stato detto: evidentemente questo strumento adesso viene considerato amministrativamente corretto, nonostante questa estate per demonizzare i grandi concerti era stato etichettato come formula per ridurre al minimo le tariffe d'uso, attaccando chi con presunta “connivenza” la praticava accettando ipotetiche fatture gonfiate (o probabilmente solo non verificati in base a quanto precedentemente accordato, procedimento da fare ieri, oggi e sempre). Burocrazia a pesi alternati?

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