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Messina, la relazione-comizio di De Luca: confermo la giunta ma basta errori - Foto

Una relazione di 1.300 pagine, “una radiografia che rappresenta uno spartiacque obbligatorio”. È questo il cuore del comizio che, con un’ora di ritardo, il sindaco di Messina Cateno De Luca ha iniziato a tenere a piazza Unione Europea di fronte a circa 300 persone. Con un esordio criptico, in cui ha fatto cenno a problemi di salute che continuano a costringerlo a limitare, in alcuni periodi, la sua presenza a Palazzo Zanca.

Le prime battute sono state dedicate a sottolineare l’eredità ricevuta (“Il Comune di Messina noi non lo abbiamo ereditato in situazione di normalità, per arrivare già al livello di normalità richiede interventi forti e strutturali”) e a illustrare in linee generali i contenuti della relazione, “che verrà trasmessa alla Procura e alla prefettura, perché contiene numerose notizie di reato, oltre a 450 pagine che elencano i risultati già raggiunti”.

Ferma la difesa della propria Giunta: “Mi prendo la responsabilità di ogni errore, rispondo di tutto io. A qualcuno dà fastidio che stiamo tenendo una squadra coesa”.

De Luca dedica una parte del proprio intervento anche ai suoi assessori, “rivendico di averlo scelti e sono orgoglioso della mia squadra. Hanno avuto il coraggio di candidarsi e di partire senza alcuna certezza insieme a me. Non hanno esperienza? Non scopriamo l’acqua calda, ma ho scelto di avere gente non contaminata da certe schifezze di questa città. Sono stato chiaro con loro: ho consentito loro di fare il rodaggio, così è stato anche per me. Il sindaco di Messina deve tenere un profilo istituzionale consono ad una città importante come Messina, e questo forse devo ancora imparare a farlo”.

Il sindaco passa poi al caso Trimarchi: “È troppo giocherellone a volte, ma pensate che sulla scia di un errore che ha fatto mi armo di sciabola e taglio la testa? Se questa fosse la regola, non so quante teste rimarrebbero a Messina. Ma è logico che non bisogna mai dimenticare che Enzo Trimarchi è un assessore, un uomo pubblico, prima che una persona. È capitato e non dovrà capitare più”. Quindi le polemiche su Pippo Scattareggia e i tanti eventi comunali presentati dalla sua compagna Helga Corrao: “Forse qualche errore lo avrà pure scommesso, noi dobbiamo essere sempre aperti, e il fatto che ci sia gente in gamba che si spenda per la città non significa monopolizzare l’immagine di ciò che si fa. Vale lo stesso ragionamento fatto per Trimarchi. Dobbiamo avere la capacità di collaborare con tutti”.

De Luca conferma che domani verrà nominato assessore Enzo Caruso, che a questo punto è scontato che non sostituirà nessuno degli attuali componenti della Giunta ma rappresenterà un nuovo elemento della squadra.

De Luca apre il più ampio tema politico dei rapporti con il consiglio comunale, lanciando anche una proposta inedita: “Il consiglio ha sostenuto comunque l’azione che l’amministrazione De Luca sta portando avanti e va ringraziato, al di là delle schermaglie che ci sono state. Io sono pronto ad aprire una nuova fase. Ho incontrato i gruppi consiliari, ho proposto di far partecipare ai lavori di Giunta un componente per ogni gruppo: alcuni hanno detto si, altri hanno detto vorrei ma non posso, altri no. Ma o tutti o nessuno. E allora ho pensato ad un altro elemento: non ho nominato il decimo assessore perché mi sono voluto riservare di dare al consiglio comunale la possibilità di individuare una figura che faccia da raccordo tra la Giunta e il Consiglio. Attendo una risposta, ma in tempi celeri”.

Altri temi: l’organizzazione di Palazzo Zanca, i dirigenti comunali, i servizi sociali. “La legge ci consente di modificare l’impostazione del municipio - spiega De Luca -. Non ci siamo più intesi quando lavorando su questo tema ci siamo ritrovati con dirigenti che si nascondevano i soldi, li spendevano quando volevano e lo facevano in violazione di legge. Vedi i servizi sociali. La Messina Social City ci ha consentito di rompere con sistemi balordi. Noi dobbiamo diventare l’eccellenza vera dei servizi sociali, non il sistema che ha consentito a qualcuno di fare affari e crearsi un impero. Un sistema in cui chi doveva vigilare magari aveva figli assunti nelle cooperative. Un sistema di connivenze”.

Argomento caldo, i cimiteri: “C’è un’impresa che dal 1955 è lì a gestire l’illuminazione votiva. Sempre le stesse imprese che gestiscono i servizi di polizia mortuaria. Poi si scopre che molti sono figli di funzionari del dipartimento cimiteri. Una cricca monopolizzatrice che drena risorse enormi. Ad un certo punto mi è arrivata anche l’offerta: quanto volevo? Noi stiamo avviando un regime di gare vere”. Capitolo Atm: “Un’azienda talmente sana che i bilanci non vengono approvati dal consiglio comunale dal 2012. Perché? Perché sono i bilanci sono farlocchi e da qui la scelta di mettere in liquidazione l’azienda”. Quindi i rifiuti: “Vengono assunti in violazione di legge alcuni dipendenti che oggi lavorano in MessinaServizi. Il Piano Aro prevedeva determinate qualifiche, invece è stato assunto personale per altre. Certi sindacati mi accusano di voler privatizzare il servizio. Perché avete consentito che Messinambiente operasse per sei anni in stato di fallimento, di fatto? Oggi è la legge Madia ad imporci di non poter gestire in house un servizio che era gestito da un’azienda dichiarata fallita”.

Sull’Amam De Luca dice: “Non so se si creerà un buco di 25 milioni di euro. Perché? Perché i crediti sono farlocchi. E c’è un soggetto che aveva le credenziali e le chiavi d’accesso e da 20 anni non le riconsegnava al Comune e all’Amam. Ma noi siamo riusciti ad accedere comunque, per fare pulizia. E la passata Amministrazione invece pretendeva che l’Amam coprisse i debiti del Comune per dieci anni. Finora in questo Comune i bilanci sono stati tutti falsi! La prima nota integrativa, che mettesse insieme i bilanci del Comune e delle partecipasse, l’abbiamo fatta noi. E chi ha falsificato i bilanci pagherà le conseguenze. Non posso continuare ad essere attaccato da chi nei cinque anni precedenti non è riuscito a cambiare niente”. De Luca chiarisce un messaggio per lui chiave: “Anche io avrei voluto raggiungere Messina attraverso il Ponte sullo Stretto e col tram volante arrivare al casinò di Palazzo Zanca, ma prima dobbiamo conquistare la normalità urbana. Io non ho rinunciato a volare alto, ma prima devo restituire dignità e normalità a questa città”.

De Luca conclude con una sorta di appello e con un ulteriore annuncio: “Non lasciate solo il vostro sindaco e la vostra Giunta. So che sono in tanti libri neri, per ciò che stiamo smantellando. Ma io continuerò a fare il mio dovere, fino a quando la città ci seguirà. Certe cose potevano essere fatte più facilmente? Non ci sono dubbi. Su altre siamo avanti? Anche su questo non ci sono dubbi, vedi il bilancio con cui ci confronteremo da subito con tutti per portarlo in aula entro fine novembre. Siamo fuori dal baratro. Con il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile abbiamo fatto un patto, il 1 settembre scorso. Il patto della Madonna delle Lacrime: ho preso un impegno, da oggi in poi ogni mia reazione nei confronti del Consiglio sarà comunicata prima a lui. Chiedo che sia l’elemento di equilibrio tra la Giunta e il consiglio comunale. Chiedo scusa per gli errori e le sfumature di questo primo anno. Ma stiamo facendo un lavoro strutturale per far sì che non si scappi da questa città ma si venga qui da fuori”.

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