“La scuola che farà…” è il tema del progetto avviato nell’anno scolastico 2018/19 dall’Istituto comprensivo “Albino Luciani”, nell’ambito del programma “Emergenze Educative” finanziato dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall’Assessorato per l’Istruzione e Formazione Regione Sicilia indirizzato ad alcune scuole pilota della Regione Siciliana che si trovano in quartieri difficili. In continuità con l’iter d’innovazione avviato alcuni anni fa, è stato possibile dotare la scuola di nuove attrezzature informatiche per integrare attualizzare la didattica in presenza: la realizzazione di un laboratorio digitale fornito di diversi dispositivi interconnessi con 21 work station a display, una stampante 3D, una penna digitale “Pen cintiq wacom one”, ampliamento e messa in sicurezza dell’aula di informatica con un nuovo impianto antieffrazione per tutelare i beni acquistati, la ricablatura del laboratorio con sistema di condivisione schermo docente-alunno per un controllo individualizzato e le cuffie per il miglioramento dell’ascolto audio (soprattutto quelli in lingua straniera), 2 video proiettori per i plessi più piccoli e di difficile accessibilità e monitor interattivi per 10 aule.
Come ha spiegato la dirigente scolastica Grazia Patanè, “grazie a queste dotazioni di ultima generazione e alle metodologie didattiche innovative e inclusive gli alunni vengono maggiormente coinvolti nel percorso di formazione dimostrandosi più motivati nell’apprendimento e registrando notevoli miglioramenti nel rendimento” ecco dunque come gli ambienti didattici diventano così luoghi flessibili e adattabili a diverse metodologie didattiche che consentono un arricchimento del quotidiano lavoro in classe. Le nuove attrezzature, che si uniscono ad altre strumentazioni acquisite dall’Istituto negli ultimi anni prosegue la Patanè, “sono una risposta alle concrete esigenze di studenti e insegnanti e sono orientati verso una didattica che integra la lezione tradizionale con le possibilità offerte dal digitale (imparare a navigare correttamente in internet, condividere i materiali, utilizzare applicazioni dedicate, fruire di contenuti multimediali”. Il progetto risponde alle istanze delle nuove generazioni di essere protagoniste della propria crescita culturale e dei percorsi formativi nei quali la tecnologia risulta ormai un elemento imprescindibile, che la scuola ha il compito di impiegare, controllandone l’efficacia e l’utilità formativa, per generare contesti autentici di cooperazione educativa. Il laboratorio digitale in particolare è stato pensato come “spazio aperto”, fruibile non solamente durante le attività scolastiche curricolari, ma anche per lo studio pomeridiano, individuale o in gruppo, ed eventualmente aperto ad associazioni ed enti del territorio. Sono state inoltre state avviate classi a tempo pieno nella scuola primaria per poter essere più incisivi nella formazione dei giovani allievi.
Il prossimo anno scolastico l’Istituto, grazie al miglioramento delle dotazioni tecnologiche, avvierà un nuovo indirizzo scolastico “STEM” rivolto agli alunni della scuola secondaria di primo grado che prevede l’aggiunta di due ore settimanali per il potenziamento informatico. Una novità “nata da anni di sperimentazione di progetti extracurriculari che oggi si tramuta in un percorso di studi stabile e strutturato - spiega la dirigente - nell’ottica di preparare i ragazzi al futuro percorso di studi in campo scientifico stimolando l’interesse verso il mondo della robotica anche nell’ottica di una parità di genere”. Lo stesso finanziamento (parte regionale) ha consentito il rifacimento del cortile d'ingresso della scuola, che poteva costituire un pericolo a causa della pavimentazione dissestata. Con i fondi destinati da “Emergenze educative” si è provveduto alla ristrutturazione del cortile della scuola, con il rifacimento del basamento in cemento - sul quale è stato possibile disegnare un campo per lo svolgimento delle attività sportive - e si è inoltre realizzata un’aiuola che costeggia il muro di cinta per garantire uno spazio verde per le attività didattiche all’aria aperta. Grazie ad “emergenze educative” è stato possibile dare un volto nuovo alla scuola e fornire a tutta la comunità scolastica strumenti adeguati alla loro crescita culturale in un contesto bello e funzionale. Ciò dimostra - ha aggiunto la Patanè - che le scuole non devono essere lasciate sole, ma vanno aiutate a mantenere le strutture efficienti e all’avanguardia anche nelle aree ad elevato disagio socio economico, con particolare riguardo alla riduzione del tasso di dispersione scolastica; solo così gli alunni saranno creativi e pronti ad affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro, trovando uno stimolo al miglioramento delle proprie competenze”.
All’IC Catalfamo un progetto da 100.000 euro per contrastare l’abbandono degli studi
Contrastare, attraverso il prolungamento del tempo-scuola, il fenomeno della dispersione scolastica e della povertà educativa, promovendo l’inclusione degli allievi e il superamento del disagio socio-culturale delle aree urbane maggiormente degradate: sono questi gli obiettivi del progetto finanziato dal Ministero dell’Istruzione con la Regione Sicilia al quale hanno aderito 15 scuole in tutta la regione. Tre sono messinesi, fra queste l’istituto comprensivo “G. Catalfamo”, al quale per il progetto “Cat Yep - Catalfamo Youth Empowerment Plan” è stato destinato un finanziamento di 100mila euro (50mila da parte del Miur e 50mila dall’Assessorato regionale all’Istruzione). I fondi, giunti prima dell’emergenza pandemica, sono serviti per l’avvio d’importanti interventi strutturali e di adeguamento degli ambienti. Il finanziamento ha consentito innanzi tutto, come ha spiegato il dirigente Angelo Cavallaro, di portare le classi a tempo pieno (40 ore per la scuola dell’infanzia, 40 per la primaria di primo grado e 36/38 per la secondaria di primo grado), con un conseguente incremento del personale. Nel dettaglio, gli interventi di edilizia e adeguamento degli ambienti (sistemazione aule e laboratori con dotazione di dispositivi) hanno riguardato il plesso centrale, con la ristrutturazione dei locali alle spalle della chiesa parrocchiale; le aule, capienti e luminose, con annessi servizi igienico-sanitari, ospitano 6 classi della scuola secondaria di primo grado.
Parzialmente chiuso al momento il plesso di S. Lucia Sopra Contesse dove i lavori, iniziati lo scorso 15 novembre, si concluderanno a giugno 2020, ha spiegato il dirigente. Guardando ai finanziamenti del PNRR, oltre all’attivazione della mensa, si dovrebbe intervenire sul plesso di Pistunina, sede della scuola dell’infanzia “Nicola Giordano”, che dovrebbe essere demolito e ricostruito (al momento le attività didattiche dei più piccoli, si svolgono nel plesso principale di via dei Gelsomini) così come la vecchia scuola elementare di S. Lucia. Previsto per il prossimo anno scolastico l’avvio della scuola serale nell’ambito del Centro provinciale dell’istruzione degli adulti; nei mesi scorsi Cavallaro aveva espresso inoltre la volontà di sottoscrivere un Patto Educativo con il Comune, la II Circoscrizione, le parrocchie che ricadono sul territorio (Sacra Famiglia al Cep, San Nicola di Bari a Pistunina e S. Lucia Vergine e Martire a S. Lucia Sopra Contesse) e il mondo dell’associazionismo per la riqualificazione di questa porzione di territorio.
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