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Dinnammare, parole e musica per riscoprire la sacralità della montagna e il mito di Ulisse

Ad accogliere a Dinnammare i tanti  appassionati e cultori , e non solo messinesi, che hanno sfidato la fitta coltre di nuvole adagiata sul crinale dei Peloritani, pur di non mancare all’originale evento culturale proposto dal Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, un paesaggio incantato, quasi  surreale, da montagna sacra, quale è appunto  Dinnammare con il suo Santuario dedicato alla miracolosa Madonna Bimaris venuta in tempi remoti dal mare, o secondo un'altra versione della tradizione scoperta da un pastore, e venerata dalla Comunità di Larderia. E proprio all'interno del Santuario, dalla singolare architettura con le volte a crociera, con i mattoni a vista, avvolgente e ricolma di spiritualità, grazie all’ospitalità concessa dal rettore del Santuario padre Caminiti, anche parroco della chiesa di San Giovanni di Larderia, dove si conserva la sacra immagine, dipinta da Michele Panebianco nell’Ottocento, ha avuto la performance di parole e musica, sebbene privati dalla vista sublime del tramonto del sole sulle isole di Eolo.

Ad introdurre l’incontro Mario Sarica, curatore scientifico del Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani  di villaggio Gesso e il rettore del Santuario padre Caminiti. Di particolare interesse le riflessioni che Sarica ha proposto attorno alla storia millenaria delle montagne sacre, che in ogni cultura e religione sono state elette come dimora degli dei e delle figure sacre tutelari delle comunità, che uniscono la terra al cielo. Offrire dunque eventi culturali immersi nel paesaggio  peloritano di alta quota, ha proseguito  Sarica, è sempre una bella occasione per recuperare l'armonia con il Creato e le storie mitiche e leggendarie che si sono stratificate nel tempo sul territorio peloritano fra mare e cielo.

Protagonisti di assoluto valore sulla scena sono stati gli attori e talentuosi Gabriella Zecchetto e Antonio Previti, che hanno interpretato con grande intensità espressiva, tratto dal libro XII dell’Odissea di Omero, la straordinaria avventura di Ulisse nel Mediterraneo, archetipo narrativo e figura esemplare di eroe per ogni cultura che sfida ogni avversità, oltre ogni misura,  fino a subire l'ira degli Dei. La lettura drammatizzata è iniziata dell’addio dalla maga Circe, prodiga di consigli per Ulisse e compagni sui futuri rischi cui sarebbero andati incontrati lungo le rotte dello Stretto. Ed ecco così  l’incontro le seducenti sirene, e poi con i temibili mostri Scilla e Cariddi a guardia dello Stretto, cui Ulisse paga un tragico contributo, con la perdita di molti suoi compagni di viaggio. Ma in terra di Trinacria,  nella terra del Dio Sole Elio, i compagni superstiti di Ulisse infrangono un altro divieto, quello di cibarsi della carne delle vacche sacre. E qui si scatena l'ira di Giove, che farà naufragare la fragile imbarcazione con il suo carico di uomini. Solo Ulisse alla deriva su quel che resta dell’imbarcazione si salverà, per poi continuare il suo peregrinare narino ed approdare dall’accogliente Calipso.

Ad introdurre le letture gli affabulanti temi musicali di età barocca, da Bach a Scarlatti, di grande forza evocativa, interpretati esemplarmente alla fisarmonica da Carmela Stefano, che con grande e tempestività e generosità ha preso il posto dell’annunciato Peaks Brass Quintet, per un’improvvisa e grave indisposizione subita dal M Giuseppe Ruggeri, tromba solista dell'ensemble cameristico. La concertista  barcellonese ha regalato una performance musicale  di classe superiore, esaltando al massimo  le straordinarie risorse di uno strumento, la fisarmonica dalle origini popolari, che ha saputo conquistare negli ultimi trent’anni  circa un posto d’onore tra gli strumenti colti, entrando a pieni titoli nei conservatori. E Carmela Stefano è una degli esempi più mirabili di questa bella storia musicale, dal momento che oltre ad essere una concertistica apprezzata ben oltre i confini isolani, è appunto docente di fisarmonica al Conservatorio “Alessandro Scarlatti" di Palermo. La platea coinvolta e partecipe ha tributato così consensi calorosi e convinti ai protagonisti  della serata, apprezzando oltremodo la performance concertistica della Stefano che ha regalato inoltre due pagine romantiche firmate da Chopin e Mendelshonn e la celebre czarda di Monti.

L’originale evento culturale proposto dall’Associazione Kiklos, titolare del progetto museale etnografico ppeloritano, è  stato reso possibile grazie alla collaborazione del rettore del Santuario di Dinnammare,  padre Caminiti; del dirigente dell’azienda foreste regionali dott . Dell’Acqua; e del Comune di Messina E dell'Assessorato ai beni culturali, di cui è titolare il prof. Enzo Caruso.

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