Torna ad illuminarsi il palcoscenico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno del carcere di Gazzi. L’occasione è un laboratorio teatrale nell’ambito dell’iniziativa “Liberi di essere Liberi” che vede insieme università e casa circondariale. Docenti e studenti di Scienze politiche e Giurisprudenza, attori professionisti e componenti della “Libera compagnia del teatro per sognare” coordinata da Daniela Ursino che è anche l’ideatrice del progetto, per un pomeriggio si sono misurati su brani tratti da testi di autori teatrali ed hanno anche interpretato pezzi realizzati dai ragazzi della compagnia teatrale del carcere.
Coordinati dal regista Giampiero Cicciò che ha sostenuto, consigliato e incoraggiato tutti i partecipanti conducendoli quasi per mano alla scoperta del mondo del teatro, gli studenti e i componenti della compagnia teatrale del carcere hanno appreso tecniche di recitazione, differenze di interpretazione e di lettura dei brani e si sono misurati su monologhi e dialoghi grazie anche al contributo degli attori professionisti Cristina La Gioia, Eugenio Papalia, Francesco Bonaccorso, Giulia De Luca, Giuseppe De Domenico, Luca Fiorino, Mariapia Rizzo, William Caruso, al direttore di scena Nunzio Laganà, ad Antonio Previti aiuto regia del Progetto e Francesca Cannavò scenografa e costumista del progetto.
Ognuno ha raccontato se stesso e il lavoro che svolge come Nunzio Laganà che ha spiegato di essere l’ultimo direttore di scena del teatro di Messina dove mancano tecnici, sarte e altre figure che stanno dietro che quinte ma che sono indispensabili per lo spettacolo. Sul palco del teatro Piccolo Shakespeare sono quindi andati in scena sentimenti, sofferenze, gioie e dolori.
Uno scambio reciproco di emozioni regalate non solo da testi di autori famosi come Shakespeare ma anche da brani scritti ed interpretati dai componenti della compagnia teatrale del carcere che sono stati particolarmente applauditi come per esempio il monologo “La Lapa”, il racconto scanzonato e divertente di un ragazzo scapestrato che si conclude con una struggente dedica di amore di un figlio verso un padre. «Il mestiere dell’attore è portare in scena la vita - spiega il regista Giampiero Cicciò - spesso si deve lavorare a lungo per tirare fuori le giuste emozioni degli attori mentre questi ragazzi avendo vissuto esperienze molto forti, estreme, quando riescono ad aprirsi raggiungono livelli emozionali talmente intensi che sui palcoscenici “normali” non si trovano così facilmente».
Entusiasti anche gli studenti che hanno applaudito a questa opportunità offerta dall’università, che non deve dare solo nozioni ma essere anche un momento di crescita personale e morale come ha sottolineato parlando dal palco Marco, uno studente. Tutto quello che accade su questo palcoscenico non fa che ricordarci sempre quanto ha detto, Lino Guanciale, testimonial del progetto, che e’tanto atteso dagli studenti e dagli attori della Libera Compagnia del Teatro per Sognare, “Il Teatro per ogni attore è Patria di Libertà”.
Il laboratorio teatrale rientra in un progetto educativo realizzato grazie all’impegno della direttrice della casa circondariale Angela Sciavicco che ha assistito all’iniziativa insieme a Francesca Arrigo, presidente del Tribunale di sorveglianza e al magistrato Federica Ferrara, il Comandante della Polizia Penitenziaria Caterina Pacileo, il Capo Area degli educatori, Letizia Vezzosi, le docenti dell’Ateneo messinese, Prof. ssa Annamaria Citrigno, referente CNUPP, la Prof.ssa Lucia Risicato di Diritto Penale e la Prof.ssa Simona Raffaele.
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