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Metamorfosi in Medicina a Taobuk 2021: tutto cambia e cambierà, tranne il bisogno di star bene

Curare, guarire, anzi: rigenerare. Superare ogni condizione patologica mantenendo il più a lungo possibile standard sempre più alti di integrità psicofisica. Tendendo quasi all’immortalità. La medicina che cambia segue il mutamento del sentire sociale, rispondendo a domande sempre più pressanti: non ci si accontenta di sopravvivere, o convivere con le conseguenze di una malattia, ma l’obiettivo è prevenire, evitare il vulnus o fronteggiarlo e annullarlo completamente.
Le nuove frontiere della medicina, tra aneliti primordiali e strumenti futuristici che spostano sempre più in avanti il confine tra guaribile e inguaribile, sono state delineate a Taobuk, il festival letterario che quest’anno ha dedicato la sua undicesima edizione alla filosofia del panta rei, declinata sul tema della Metamorfosi. E di quanto tutto sia cambiato e stia cambiando siamo perfettamente consapevoli proprio per ciò che riguarda la nostra salute, figlia del connubio tempestoso tra medicina e sanità. Tra la scienza che studia come curarci e un sistema che non sempre ne garantisce - e spesso non a tutti e non allo stesso modo - gli adeguati strumenti. E mentre tutto cambia, tra nuovi equilibri e rimescolate priorità, comprendiamo perfettamente come immutato rimanga il bisogno di salute, l’ancestrale desiderio di star bene, anzi meglio.

Un festival nel festival è stato Metamorfosi in Medicina, l’intensa due giorni svoltasi a Taormina tra gli spazi di Villa Diodoro e Fondazione Mazzullo su progetto di Carmen Mortellaro, direttrice scientifica area medica di Taobuk e responsabile Regenerative Medicine and Tissue Engineering presso la Saint Camillus International University of Health and Medical Science. «Superare la dicotomia fra sapere umanistico e ricerca scientifica - sottolinea Antonella Ferrara, ideatrice e direttrice artistica di Taobuk – è stato l’obiettivo di questo “festival nel festival” dedicato alla scienza medica, per fare il punto sull’impatto delle nuove tecnologie e sul mutato rapporto tra il medico e il paziente. Dalle tecnologie digitali all’intelligenza artificiale, alla medicina rigenerativa alle nuove frontiere e i nuovi modi della “cura”: Taobuk come una vetrina di novità  che ci riguardano da vicino, ed entrano nel quotidiano delle nostre vite». «Al centro degli appuntamenti – spiega Carmen Mortellaro – abbiamo posto il tema della medicina rigenerativa, che affonda le sue radici in conoscenze antiche: la capacità di rigenerarsi in modo autonomo di alcuni tessuti era nota già dal IV secolo a.C, ne parla Aristotele nel suo Historia Animalium. Un nuovo umanesimo, finalmente in dialogo con la cultura scientifica».

Gli interventi

Ad aprire la lunga sessione di interventi durante la prima giornata all’hotel Villa Diodoro, dopo l’introduzione di Giuseppina Campisi (UniPa), Marco Cicciù (UniMe), Ugo Consolo (UniMoRe), Rosalia Leonardi (UniCt) Adriano Piattelli (UniCh) e Sandro Rengo (presidente Siocmf) è stata la rettrice dell’Università La Sapienza di Roma Antonella Polimeni, con una lectio sulle metamorfosi della cura e i mutamenti nello scenario della salute. Il forum promosso assieme ai partners ANTHEC e SIOCMF - Società  Italiana di Odontostomatologia Chirurgia Maxillo Facciale, in collaborazione con Idi Evolution, ha avuto il patrocinio delle Università di Palermo, Catania, Messina e UniCamillus. Tra i relatori: Antonio Scarano, Nelson Pinto, Tiziano Testori, Roberto Pistilli, Marco Tatullo, Ugo Covani, Giuseppe Lo Giudice, Marco Del Corso, Pietro Messina, Paolo Arosio, Vincenzo La Scala, Giovanna Giuliana, Sebastiano Ferlito, Giacomo Oteri, Ernesto Rapisarda, Umberto Romeo, Alessandro Del Vecchio, Giuseppe Gallina, Francesco Inchingolo, Giovanni Matarese, Enrico Rescigno.

La rettrice Polimeni: l'Università riparta dai suoi studenti

Le Università non si sono mai fermate «neanche nei momenti più difficili, ma ora è il momento di ripartire. E tutti auspichiamo una ripresa completa in presenza».
A ribadirlo la prof.ssa Antonella Polimeni, vasto curriculum di cariche accademiche e manageriali in area odontostomatologica e da dicembre scorso rettrice de La Sapienza di Roma, a margine della kermesse medica che l’ha vista intervenire nelle due giornate promosse da Taobuk. «È stato uno dei primi grandi eventi tenutisi in presenza - osserva - ed è senz’altro un buon auspicio per tutto. Anche la tematica scelta, in relazione alla medicina e all’evoluzione che stiamo vivendo, coincide esattamente con quella che è la direzione in cui guardare per il futuro, con il medesimo approccio multidisciplinare adottato in questo festival».
«L’esperienza vissuta in questi mesi - prosegue - deve però lasciarci qualcosa. La conversione veloce in didattica a distanza ci ha consentito di proseguire, ma è chiaro che la didattica in presenza non è sostituibile. E proprio la necessità di consolidare il rapporto tra docenti e studenti ci deve far riflettere sulla necessità di affiancare i ragazzi ancora di più nel loro percorso universitario. Non solo il tutoraggio, ma anche l’orientamento in ingresso, sul quale ad esempio il mio Ateneo ha sviluppato un progetto dedicato. L’adeguato accompagnamento dei ragazzi è un aspetto fondamentale che non ci possiamo permettere di sottovalutare in questo momento di grande smarrimento psicologico, che rischia di avere pesanti ripercussioni anche sull’andamento del percorso formativo del singolo. Indispensabile quindi agire soprattutto con lo scopo di prevenire il fenomeno della dispersione e dell’abbandono degli studi». «Formazione, ricerca e salute: leve strategiche - ribadisce la rettrice - in un momento in cui abbiamo preso piena consapevolezza del fatto che la salute è frutto della ricerca e della formazione dei professionisti, medici ma non solo».
La Polimeni ha approfondito nel corso delle giornate di studio due aspetti differenti ma correlati dell’evoluzione in campo medico. Da un lato l’impiego degli strumenti tecnologici e digitali, in particolare nel campo della telemedicina, una branca che ha completamente rivoluzionato il rapporto tra medico e paziente, offrendo molteplici vantaggi quali la gestione da remoto - risorsa rivelatasi fondamentale soprattutto nei casi di isolamento e e quarantena da covid - le simulazioni formative e l’erogazione di prestazioni in contesti a rischio. Nella seconda giornata invece il focus sulla medicina d’emergenza, la cui rilevanza è emersa chiaramente in questo tempo di pandemia, evidenziando l’assoluta necessità di un’adeguata programmazione che consenta di prevedere e gestire correttamente ogni criticità.

Biopsia liquida, ossa "rinate", robot chirurghi: il nuovo è qui

Metamorfosi in medicina tra innovazione, scienza e trasformazioni storico-sociali è stato il fil rouge degli interventi susseguitisi , alla Fondazione Mazzullo, nella seconda giornata del meeting incentrata sulla medicina rigenerativa e con il patrocinio dei quattro Atenei e la collaborazione di Menarini, Abmedica, Medics, Multimed.
Tessuti riprodotti e impiantati, intelligenza artificiale, farmaci innovativi, cellule staminali, robot che eseguono interventi chirurgici o aiutano i bambini autistici: innumerevoli i fronti del progresso in campo biomedico tratteggiati in approccio transdisciplinare tra umanesimo e scienza. Ad aprire i lavori la ricercatrice CNR Anna Tampieri, presidentessa Enea Tech, che ha evidenziato le enormi potenzialità di materiali come ad esempio il rattan, sorprendentemente simile al tessuto osseo umano, descrivendo poi casi di impianto e ricrescita a dir poco stupefacenti. Sui radicali cambiamenti nella medicina d’emergenza ha compiuto un dettagliato excursus la rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni, auspicando che i decisori istituzionali traggano esperienza dall’attuale crisi pandemica.
«Non esiste un farmaco buono per tutti: fondamentale il ruolo della medicina di precisione» ha sottolineato il rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea, farmacologo, analizzando nuove cure e terapie biologiche, tra staminali, ingegneria tissutale, cellule CarT, ammonendo sulla regolamentazione legale, ancora non ben definita, e sulle pesanti implicazioni economiche delle cure innovative, legate agli altissimi costi dei farmaci sperimentali, come ad esempio Zolgensma.
Il rettore di Unicamillus Gianni Profita si è invece soffermato sugli effetti della pandemia nei paesi in via di sviluppo, mentre l’immunologo Sergio Abrignani, membro del Cts, ha analizzato intervenendo via web i diversi aspetti della campagna vaccinale, dal punto di vista epidemiologico ma anche regolativo, sollevando anche la dibattuta ipotesi dell’eventuale abolizione dei brevetti sui vaccini.
Uno degli interventi più coinvolgenti è stato poi senz’altro quello legato alle nuove frontiere in tema di diagnosi oncologica di precisione e quindi cura personalizzata dei tumori. Ad approfondirle è stata Cecilia Simonelli, Global Medical Affair Head di Menarini, che, prendendo le mosse dalla decodifica del genoma tumorale, ha descritto la rivoluzionaria biopsia liquida, brevettata da Menarini Silicon Biosystems, una tecnologia italiana il cui sviluppo consentirà di eliminare la biopsia tradizionale, invasiva e limitata, superando con un semplice prelievo ematico - ripetibile senza conseguenze avverse - «l’eterogeneità spaziale e temporale» che spesso ostacola la corretta diagnosi. «Con la tecnologia brevettata Cellsearch e DepArray vengono fornite soluzioni avanzate per lo studio delle cellule tumorali circolanti, per consentire le analisi cliniche su tessuti tumorali a bassa cellularità con risultati di alta precisione» ha spiegato Simonelli, sottolineando l’impegno olistico del Gruppo Menarini nella ricerca estesa anche oltre il campo strettamente farmaceutico.
La via dell’immortalità tra scienza e letteratura è stata invece percorsa tra diagrammi e formule tendenti all’infinito dal fisico e scienziato Francesco Rustichelli, mentre l’antropologo Marino Niola ha analizzato alcuni aspetti legati ai cambiamenti sociali imposti dalla pandemia. Il direttore dell’Istituto Italiano di tecnologia Giorgio Metta ha illustrato le applicazioni della robotica umanoide, mentre il costituzionalista Carlo Casonato ha ribadito la necessità di un diritto che non limiti ma aiuti i professionisti della sanità. L’urologo Francesco Porpiglia ha descritto il presente e predetto il futuro della chirurgia, tra ologrammi e interventi a distanza, mentre il direttore scientifico dell’Istituto di Malattie Infettive “Spallanzani” Giuseppe Ippolito, intervenuto via Skype, ha sottolineato la necessità di superare le sovrastrutture gestionali incompatibili, in tempo di pandemia, con un’ordinata ed efficace gestione unitaria delle misure di prevenzione e sicurezza.

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