Contributo dell'architetto Nino Principato, esperto storia patria
"Secondo la tradizione, nell’anno 42 d.C. la Madonna consegnò una Lettera agli ambasciatori messinesi Girolamo Origgiano, Marcello Benefacite, Centurione Mulè e Ottavio Brizio, scritta il 3 giugno di suo pugno e con la quale benedisse la città di Messina divenendone Patrona. Una Lettera che la Vergine legò con alcuni suoi capelli e consegnò agli ambasciatori messinesi che, informati dalla predicazione di Paolo Apostolo nel Villaggio messinese di Briga Marina dove era approdato, si erano recati a renderle omaggio in Palestina e ne avevano ricevuto, oltre al prezioso manoscritto, la Sua perpetua protezione della città. L’8 settembre dello stesso anno l’ambasceria ritornò a Messina, recando il prezioso chirografo della Madonna il cui originale, purtroppo, è andato perduto.
Ma cosa c’è di vero in tutto ciò? C’è di vero che la Lettera fu scritta veramente e consegnata ai messinesi.
La testimonianza ce la dà lo storico spagnolo Flavio Lucio Destro, amico di San Girolamo primo traduttore della Bibbia dal greco in latino, nel suo “Chronicon Omnimodae Historiae” (440 d.C.) dove, per l’anno 86 d.C., riporta testualmente: “Apud Messanenses celebris est memoria beatae Virginis Mariae, missa ipsis ab eadem dulci epistola” (“Presso i messinesi è celebre la memoria della Beata Vergine Maria avendo essa spedito a loro una dolce lettera"): ciò che dimostra l’autenticità e l’antichità della venerazione alla Madonna della Lettera dei messinesi. Orofane, storico greco dell’XI secolo, parla della venuta di Paolo a Reggio, del suo passaggio a Messina, della sua predicazione, della conversione dei cittadini, della partenza degli ambasciatori da Messina e la visita alla Madonna e del suo chirografo. A sostenere l’autenticità del culto alla Vergine della Lettera anche interventi ufficiali di numerosi Pontefici: Paolo V nel 1616, Urbano VIII nel 1626, Innocenzo X, Alessandro VII, Clemente IX, Clemente X, Innocenzo XI, Innocenzo XII, Innocenzo XIII, Pio IX nel 1870 e Paolo VI nel 1964. Benedetto XIII nei suoi “Sermoni Mariani” così ha scritto: «Tre lettere leggiamo quali scritte dalla Vergine: una a S. Ignazio Martire, Patriarca di Antiochia, una ai Fiorentini, una ai Messinesi che a Lei si rivolsero mossi dalla predicazione di S. Paolo».
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