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Messina, sindacati in ebollizione a Palazzo Zanca. Lavoratori in assemblea

Mancato avvio della contrattazione decentrata. Blocco del turnover. Mancata erogazione della produttività 2021 e del salario accessorio 2022. E poi niente posizioni organizzative, pochi dirigenti, niente progressioni verticali (almeno nei prossimi concorsi). A fronte di aumenti delle indennità di sindaco, vicesindaco, assessori e presidente del consiglio comunale. Questa è tutta – o quasi – la carne messa al fuoco da Fp Cgil, Uil Fpl, Csa e Silpol, che oggi quel fuoco lo hanno alimentato ulteriormente, in un’assemblea dei dipendenti comunali affollata.
A Palazzo Zanca il clima è teso, non da oggi e nemmeno da ieri. L’attuale sindaco, Federico Basile, ha ereditato un municipio in “ebollizione” dal suo precedessore, Cateno De Luca, che nella classica alternanza tra bastone e carota nei confronti dei comunali ha di gran lunga preferito il primo, durante il suo mandato. Altra eredità è la spaccatura del fronte sindacale, per la verità sbilanciato: una sola sigla, infatti, oggi si distinguerà dall’assemblea indetta ed è la Cisl Fp, la quale ieri ha fatto sapere che la segretaria generale Giovanna Bicchieri e il segretario aziendale Alfredo Mobilia hanno incontrato proprio Basile e proprio alla vigilia della giornata di protesta proclamata dalle altre sigle sindacali. «In questo delicato momento – spiegano Bicchieri e Mobilia – la Cisl Fp ha scelto, in continuità con il passato, la via del confronto e della negoziazione, consapevole dell’importanza del proficuo dialogo, in netta contrapposizione ai “no” per partito preso».
Alla Cisl, in altri termini, bastano le rassicurazioni ricevute nei giorni scorsi dal sindaco e dal direttore generale Salvo Puccio, da molti ritenuti ormai il “dominus” di Palazzo Zanca, insieme alla segretaria generale Rossana Carrubba. Rassicurazioni e impegni che riguardano, in particolare, l’inserimento nel Piano integrato di attività e organizzazione della Pubblica Amministrazione delle imminenti progressioni verticali, la prossima istituzione delle posizioni organizzative, la celere corresponsione delle indennità di responsabilità, produttività e di tutto il salario accessorio relativo all’anno 2021. «Inoltre – insiste la Cisl – è stato programmato l’avvio della contrattazione decentrata 2023 e il percorso di stabilizzazione dei 46 vigili a tempo determinato al compimento dei 36 mesi di servizio.
«Risultati importantissimi che confermano l’impegno della Cisl Fp e la responsabilità politica del sindaco Basile – continuano Bicchieri e Mobilia –, oltre che il ruolo fondamentale della contrattazione in un momento in cui c’è chi, invece, vorrebbe utilizzare il malcontento di alcuni lavoratori, prendendo posizione nei confronti dell’amministrazione comunale. Atto questo che ci lascia basiti e del quale onestamente non comprendiamo le ragioni. Avremmo potuto comprendere, infatti, il senso dell’avvio di un’azione sindacale unitaria se le attese dei lavoratori fossero state realmente disconosciute, ma non di certo quando l’Amministrazione è aperta al dialogo e pronta a dare risposte certe ed immediate».
Un attacco frontale a Cgil, Uil, Csa e Silpol, le quali, c’è da giurarci, risponderanno oggi durante l’assemblea. La premessa della protesta è questa: «I dipendenti comunali, tra mancati rinnovi contrattuali nazionali e un’inflazione a due cifre, hanno salari al limite della sostenibilità e, dal 2008 ad oggi, il loro potere d’acquisto si è fortemente abbassato». Il Comune, di contro, «negli ultimi anni ha risparmiato milioni di euro per il blocco dei turnover», oltre al dimezzamento del personale: «Risparmi destinato al piano di riequilibrio per pagare i debiti fuori bilancio».
I sindacati ricordano anche il “balletto” delle piante organiche: nel 2020 l’ex sindaco De Luca riduce da 2.029 a 1.381 il numero dei dipendenti, due anni dopo il successore “in continuità” Basile aumenta l’organico a 1.570 unità, per bandire i concorsi pubblici. «Il tutto senza un confronto con dirigenti e sindacati», l’accusa.
E ancora, i dirigenti continuano ad essere troppo pochi, «Messina è l’unico Comune d’Italia che non ha le posizioni organizzative», nel mirino finisce ancora il ragioniere generale «che si permette di entrare nel merito di alcune interpretazioni contrattuali, bloccando i pagamenti», e rispetto alla rassicurazioni di Puccio «si è concluso poco e le nubi all’orizzonte non sembrano schiarirsi».

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