La signora Domenica, che tutti chiamano “Micia”, compie oggi cent’anni. Ed è una data particolare. Perché non conta solo il traguardo, pur importantissimo, di una vita durata un secolo. Questo è il giorno in cui nonna “Micia” festeggia il suo compleanno in una casa degna di tal nome. Dopo un’esistenza trascorsa quasi interamente nelle baracche, a Giostra e a Ritiro.
Sarà un concentrato di emozioni difficile da spiegare, e ancor più difficile da raccontare. “Ho visto il mondo da un oblò”, cantava in un vecchio suo successo Gianni Togni, e per la signora Domenica, quell’oblò è stata la finestra della prima baracca, abitata con la famiglia (i genitori erano tra gli sfollati del terremoto del 1908). Nata nel 1923, cresciuta durante il Fascismo, ha vissuto i primi echi della seconda Guerra mondiale, diventata “realtà” anche a Messina, quando la città fu impietosamente bombardata e quasi rasa al suolo dagli aerei degli alleati angloamericani. Altra “odissea”, un’altra baracca come casa. E lì “Micia” si è fatta la sua famiglia, quella che è cresciuta nel tempo e che ora conta un gran numero di nipoti, che oggi la festeggeranno.
E tutto il mondo, lo ha visto da lì, da quel suo “oblò”, aspettando di avere la casa promessa, perché inserita per decenni nelle graduatorie del Risanamento. La promessa di una casa... Anni Settanta, Ottanta, Novanta... E le speranze accumulate ai tempi della legge speciale dell’estate 1990, quella dei famosi 500 miliardi di vecchie lire che, come dissero i politici e gli amministratori del tempo, sarebbe dovuta servire a cancellare le baraccopoli nell’arco di quattro-cinque anni. Ma “Micia” non si è mai fidata delle promesse, ha continuato a vivere con dignità, continuando a vedere le vicende del mondo da quel suo piccolo “oblò”, rappresentativo delle istanze, dei drammi e delle speranze di una buona parte della comunità messinese.
Poi, è arrivato il Duemila, e sono trascorsi i primi due decenni. E poco prima di tagliare il traguardo dei cento anni, ecco materializzarsi il sogno dell’intera esistenza: una bella casa, in via Fata Morgana, quella donata al Comune e ad Arisme da una grande, e generosa, messinese, la scrittrice Giovanna Giordano. Oggi “Micia” festeggerà qui il suo compleanno, con i familiari, i parenti e gli amici. E sarà presente il subcommissario Marcello Scurria, che ha contribuito a far concludere con il lieto fine questa storia. Un lieto fine che altri baraccati e baraccate messinesi non hanno mai conosciuto. Per questo, oggi si brinda. Ma con quel pizzico di tristezza che ci porta a chiedere: perché non a tutti deve essere consentito di poter vivere in situazioni abitative dignitose? È ciò che ci ha arrovellato in tutti questi decenni...
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