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Messina, la tragedia al Papardo. Fatale la caduta, l'operaio forse ha sbattuto la testa con una trave

Ancora una morte bianca. Messina piange un’altra vittima sul posto di lavoro. Un’altra persona uscita di casa per guadagnarsi da vivere e che invece sul posto di lavoro ha trovato la morte. Lui è Nunzio Micale, 65 anni, di Spadafora. Stava lavorando alla realizzazione del bunker della tomoterapia all’ospedale Papardo. La caduta da un piccolo ponteggio gli è stata fatale, ma la dinamica è ancora tutta da chiarire. I familiari si sono precipitati nella zona del cantiere, ma, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Strazianti i momenti successivi per tutti loro e per chi stava lavorando con Nunzio Micale.
La tragedia è avvenuta a metà mattinata, poco dopo che, sempre al Papardo era arrivato l’anziano accoltellato all’Annunziata. Da un’emergenza all’altra che, però, in questo caso è maturato proprio in Azienda. Da qualche tempo erano in corso dei lavori nell’Unità di Radioterapia per l’installazione di nuovi macchinari di Tomo-terapia. Si tratta di un cantiere per la realizzazione del bunker utilizzato per le delicate e modernissime apparecchiature per la radioterapia. A giorni era attesa l’apertura di questo parte del reparto.
Nunzio Micale, titolare di un’azienda edile, ieri è arrivato in cantiere, a quanto pare, per accelerare i tempi di realizzazione della parte dei lavori che riguardavano la sua ditta. Nella stanza in cui stava operando, c’era un trabattello, un piccolo ponteggio da interni. Alto non più di un metro e ottanta, forse anche meno. È da lì che sarebbe caduto perdendo la vita. Ma su cosa sia esattamente accaduto in quel cantiere non c’è ancora certezza, nemmeno per gli inquirenti. Micale potrebbe essere caduto perché colpito da un oggetto che si è staccato dal soffitto, potrebbe aver perso l’equilibrio ma soprattutto non è chiaro se a causargli la ferita, presumibilmente fatale, al capo sia stato l’impatto con il pavimento oppure se nella dinamica della caduta possa aver sbattuto con qualche macchinario o altro mezzo di lavoro che si trovava nella stanza. L’ipotesi più accreditata è quella che possa aver centrato, con fatale sfortuna, proprio l’angolo vivo di una trave che era poggiata a terra. Di certo la caduta non è avvenuta da una grande altezza e anche per questo saranno particolarmente approfondite le indagini della Polizia. E in aiuto potrebbero venire le testimonianze delle altre persone che erano nel cantiere in quei tragici istanti.
Se ne sta occupando la Squadra Mobile, ma i rilievi sono stati effettuati dalla sezione Scientifica che ha “setacciato” sia l’area di ingresso al cantiere per gli operai che quella del reparto, per ora chiuso, per il pubblico. La procura di Messina ha aperto un’inchiesta.

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