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Messina, il centro a misura di.... albero

Nelle strade a monte e a valle del viale San Martino ne saranno piantati quasi tremila: cosa prevede il progetto da 5 oltre milioni

Lo slogan che strizza l’occhio agli inglesismi è “green line”, la linea verde del centro città disegnata da uno schieramento di alberi lungo tutte le strade limitrofe al viale San Martino. È questo il cuore del secondo progetto pilota del programma “ForestaMe”, il cui bando di gara da oltre 5 milioni di euro è stato pubblicato due giorni fa. Il progettista, l’arch. Carmelo Celona, spiega nella sua relazione che questo è «il primo stralcio» di un ridisegno complessivo del centro città in chiave “green”, ed è suddiviso in due lotti: il primo interesserà le vie a monte del viale San Martino, il secondo quelle a valle.
In entrambi i casi si tratta di isolati a scacchiera, in cui verranno messe a dimora alberature ex novo e «laddove vi sono delle essenze preesistenti, queste verranno riqualificate e ripristinate nel modo più opportuno». Le alberature «si svilupperanno lungo i due lati delle strade e non avranno soluzione di continuità»: l’obiettivo, infatti, è «sviluppare una elegante prospettiva armonica e omogenea delle strade cittadine». Una linea verde, appunto.
In mezzo agli alberi verranno ricavati degli stalli di parcheggio, con superficie permeabile «grazie alla rifunzionalizzazione di tutte le aree che oggi sono asfaltate» con una «pavimentazione drenante carrabile». Alla base del progetto c’è «l’osservazione dello stato di fatto del verde in città, che risulta insufficiente e non idoneo a soddisfare la necessità urgente di servizi ecosistemici urbani». Nelle aree del centro, in particolare, la conseguenza dell’assenza di verde è che «la quasi totalità delle acque piovane, non potendo essere assorbita, scorra velocemente lungo le vie, rovinando i manti stradali, ristagnando nelle zone pianeggianti, travolgendo ogni cosa nei tratti in pendenza». Questo significa più allagamenti, ma anche la cosiddetta «isola di calore», e cioè «il fenomeno che determina un microclima più caldo all’interno delle aree urbane cittadine, rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali»

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