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A Montagnareale l'ultimo saluto a Francesca: "La sua morte vi spinga sempre al bene"

Impossibile contenere nella piccola chiesa madre le centinaia di persone giunte ieri pomeriggio a Montagnareale per porgere l'ultimo saluto a Francesca. La maggior parte di loro è rimasta in religioso silenzio nella piazza antistante, a seguire dagli altoparlanti la celebrazione delle esequie da parte del vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, coadiuvato dal parroco della chiesa Maria SS. delle Grazie, don Salvatore Lipari. Ai piedi dell'altare il feretro di Francesca Di Dio, la ventenne barbaramente uccisa il 21 dicembre scorso in Inghilterra, insieme al fidanzato Nino Calabrò, è ornato di rose variopinte e palloncini a forma di cuore. Accanto alla bara la gigantografia di una sua foto scattata nel giorno del 18esimo compleanno, a cui i genitori di Nino, presenti alle esequie, hanno affiancato una foto di loro figlio: ancora insieme, uno accanto all’altra. Per l’eternità. L’omelia di mons. Giombanco tocca le corde di tutti: «Il nostro cuore è colmo di dolore per la perdita tragica di Nino e Francesca. È un dolore che non riusciamo a comprendere, umanamente ingiustificabile. Quando abbiamo appreso la notizia, sentimenti di sconforto e smarrimento hanno preso il sopravvento. Io posso solo dirvi – ecco il messaggio di speranza del presule - che Dio non è insensibile dinanzi al dolore e alla morte. La fede non dissipa tutte le tenebre del cuore, ma ci aiuta ad illuminare il nostro cammino passo dopo passo. Nino e Francesca – ha aggiunto il vescovo - sognavano un futuro d’amore e pensavano già al matrimonio. Un futuro che già operava nel presente, infranto da un atto di pura e cieca violenza. Ma l’amore dura per sempre, anche dopo la morte».

Poi il messaggio rivolto agli amici dei due fidanzati: «Comprendo la vostra incredulità, nutrita dal dolore e dalla rabbia. La morte violenta dei vostri amici rimarrà indelebile nella vostra memoria. So che tutto questo vi sembra assurdo e potranno nascere in voi sentimenti di ribellione interiore e di smarrimento, ma la morte di Nino e Francesca deve spingervi ancor di più a volervi bene».

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