Quasi due chilometri e mezzo di riqualificazione viaria e ambientale del torrente Bisconte-Catarratti e l’allargamento (da un minimo di 1,5 fino a ben 5 metri per una lunghezza di 200) della strada che collega il centro con i due villaggi. Al contempo la stessa strada finalmente dotata di marciapiede e sottratta a un alto rischio di esondazione. E poi la parola fine su attraversamenti pedonali e carrabili di una fiumara che resisteranno altrove ma che qui, almeno, vengono spazzati via per sempre grazie a sette ponti. Ed infine un’operazione di messa in sicurezza e di adeguamento alla legge di sottoservizi divenuti spesso un autentico calvario sociale. Si ripensi ai flussi di liquami ma anche al passaggio nell’alveo di una rete elettrica da 20.000 volt. Di tutto, di più. Messina mette a segno una grande opera a cui molte amministrazioni succedutesi nel tempo hanno dato, così come comitati e associazioni, un contributo. A tirare un sospiro di sollievo, sono più di tutti, i residenti della zona.
Si è concluso ieri, in un clima di sobrietà apprezzabile, visto il ritardo epocale, un percorso tra i più significativi del Risanamento messinese. Un progetto che risale ai primi anni 90 e che nel corso di oltre un trentennio è passato da una serie di opere stimate 8 miliardi di lire, ad un valore di 15 miliardi, alla fine dei magici anni 90. Quindici miliardi che, siccome intanto nasceva l’Euro, non si è mancato di far raddoppiare all’inizio del terzo millennio fino a 18.5 milioni. E poi ancora la cifra è crescita sempre più, tra pareri attesi per anni da Palermo, carenze d’organico a Messina, ed aggiornamenti dei prezzi dei materiali, fino a 30 milioni.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Caricamento commenti
Commenta la notizia