Sono quasi 400 anni di carcere per la mafia barcellonese quelli decisi ieri pomeriggio dal gup Simona Finocchiaro. Una vera stangata. Con pene che vanno dai 20 anni per i “capi” ai 2 anni per gli imprenditori che hanno negato di aver pagano il pizzo, e sono accusati di favoreggiamento. Su 39 giudizi abbreviati si tratta di 33 condanne e 6 assoluzioni. Questo significa che l’impostazione accusatoria della Distrettuale antimafia ha retto. Decisi vent’anni di carcere per Carmelo Vito Foti, Mariano Foti e Giacomo Maurizio Sottile. Accordati parecchi risarcimenti alle associazioni antimafia e antiracket che si sono costituite parte civile nel processo.
Sono 33 le condanne. Il dettaglio:
Enrico Albergo, Stefano Bartuccio e Davide Canevari 2 anni (pena sospesa); Andrea Alesci 8 anni e 6 mesi; Santo Antonino Alesci Lo Presti 6 anni e 10 mesi; Jordan Brunini 9 anni; Gianluca Campo, Giovanni Imbesi, Enrico Mara e Raoul Milici 9 anni e 2 mesi; Angela Chiofalo 5 anni e 4 mesi; Bartolo Costantino 7 anni; Antonino Crea 13 anni e 4 mesi; Roberto De Luca un anno e 10 mesi; Tindaro Angelo De Pasquale 4 anni; Felice De Pasquale 3 anni e 4 mesi; Antonino Falcone 10 anni e 10 mesi; Carmelo Vito Foti, Mariano Foti e Giacomo Maurizio Sottile 20 anni (la pena più alta); Salvatore Francesco Foti 6 anni, 8 mesi e 20 giorni; Salvatore Gatto 9 anni e 2 mesi; Giusy Giardina, Steven Meo e Antonino Salvatore Triolo 6 anni e 8 mesi; Carmelo Imbesi 2 anni (pena sospesa); Maurizio La Spada e Rosario Daniele Mantineo 2 anni; Antonino Mazzeo 12 anni e 2 mesi; Roberto Merlino 6 anni e 8 mesi; Agostino Milone 2 anni (la pena è “in aumento” con condanne precedenti); Giampiero Munafò 5 anni; Filippo Torre 9 anni e 4 mesi.
Sei le assoluzioni totali da tutte le accuse:
Pietro Guerriera, Natale Morasca, Filippo Iannello, Maurizio Iannello, Carmine Di Natale e Salvatore Torre, tutti con la formula “per non aver commesso il fatto” (si trattava di reati legati al traffico di droga per i due Iannello e allo sfruttamento della prostituzione per gli altri). Assoluzioni parziali da un capo d’imputazione hanno registrato Enrico Albergo, Stefano Bartuccio e Davide Canevari con la formula “per non aver commesso il fatto”.
Sono stati assistiti dagli avvocati Santi Certo, Tino Celi, Carmelo Monforte, Salvatore Silvestro, Sebastiano Campanella, Filippo Barbera, Paolo Pino, Antonino Giacobello, Tommaso Calderone e Gaetano Pino.
Sono stati assistiti dagli avvocati Santi Certo, Tino Celi, Carmelo Monforte, Salvatore Silvestro, Sebastiano Campanella, Filippo Barbera, Paolo Pino, Antonino Giacobello, Tommaso Calderone e Gaetano Pino.
In sentenza il gup ha deciso il dissequestro di due immobili a Milazzo e San Filippo del Mela con la restituzione ai legittimi titolari, il dissequestro e la restituzione al Comune di un box al mercato di Nasari, la confisca dell’impresa individuale “Imbesi Carmelo” e dell’impresa “Soc. Nuova Marion Frutta s.r.l.”. A carico di quasi tutti gli imputati condannati il gup ha disposto il pagamento dei danni alle associazioni che si sono costituite parte civile: Associazione Rete per la Legalità Sicilia asp - Associazioni e Fondazioni contro il racket e l’usura; Centro Studi e iniziative culturali Pio La Torre onlus; Associazione antiracket e antiusura di Terme Vigliatore “Fonte di Libertà”; Fai - Federazione Antiracket Italiana; Comitato Addiopizzo Messina odv; Associazione Rete per la Legalità Barcellona.
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