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Messina, due progetti per la nuova Zona falcata. Saranno realtà?

Il cammino per la bonifica, la riqualificazione e la valorizzazione dei tesori ambientali, culturali e scientifici della Zona falcata è ancora molto lungo, ma la forza delle idee è tale da trasformarsi già nei primi progetti concreti ed anche affascinanti. Alcuni dei quali, forse, potrebbero essere realizzati in tempi normali, al di fuori dei percorsi vincolati ai tempi del redigendo “Piano delle bonifiche”.
Ma rimaniamo – trattandosi di Falce – con i piedi ben piantati a terra e visioniamo gli elementi chiave di due progetti di fattibilità che sono stati commissionati, rispettivamente dall’Autorità di Sistema portuale e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, al gruppo “Urban Future Organization” (Ufo) di Messina, che ha già messo a disposizione dei due enti relazioni ed elaborati. Si tratta di due affidamenti diretti, entro la soglia massima di discrezionalità pari a 140mila euro – circa 100.000 per l’ incarico dell’ente ministeriale e 90.000 euro per l’incarico del Cnr – che costituiscono evidentemente un riconoscimento per una squadra di professionisti impegnati a livello internazionale come siciliano (vedi scheda a fianco). I progetti riguardano, rispettivamente, la nuova sede dell’Autorità di Sistema non più prevista nelle aree della Fiera ma ubicata nella Falce dal nuovo Piano regolatore portuale del 2019; e la creazione nell’area dell’Istituto Talassografico di un centro Roh (Robotics for One Health) per la gestione di attività di robotica applicata alla salute umana, alla salute animale e alla salute dell’ecosistema: il tutto tramite una nuova sede coniugata al recupero degli splendidi edifici e dei giardini del Talassografico «che rappresenteranno il necessario connettivo dell’area».
Dei due progetti quello che ha più concrete chance di andare presto avanti è il piano per la nuova sede dell’Authority, e ciò per la ragione che l’area costiera e viaria individuata per la sua ubicazione (tra l’ex Smeb e il campo di basket) non è mai stata interessata da quegli insediamenti industriali pesanti che hanno contaminato altri terreni della Falce ed imposto il lungo iter delle bonifiche.

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