Il risanamento delle baraccopoli, da un lato; l’inarrestabile calo demografico, dall’altro. Sembrano due temi distanti tra loro, diametralmente opposti, e invece sono le due facce di una stessa medaglia. Lo specchio sul quale si riflettono le contraddizioni di Messina. Perché mentre si cerca di proseguire gli interventi di sbaraccamento avviati nel corso degli ultimi anni, e di attuare la legge speciale entrata in vigore nel 2021 con lo stanziamento da parte del Governo nazionale di 100 milioni di euro, i dati Istat continuano a registrare l’emorragia demografica, che alla fine del 2022 ha portato Messina sotto la soglia dei 219mila abitanti.
Ora, qualcuno potrebbe chiedersi: cosa c’entra il calo della popolazione con le baracche? Diminuendo drasticamente il numero degli abitanti, è evidente che aumenta la quota di immobili, pubblici e privati, vuoti, sfitti, se non completamente abbandonati nel degrado. E, dunque, la soluzione del problema Casa, proprio in virtù dell’emergenza demografica, potrebbe diventare più rapida ed efficace, se ci fosse un raccordo tra enti e istituzioni, se si conoscesse in tempo reale l’entità del patrimonio immobiliare, del Comune e dell’Iacp (ma non solo), la consistenza, la possibilità di venire incontro alle esigenze dei soggetti che si trovano in stato di emergenza abitativa. Su questo fronte, nonostante i passi avanti compiuti dal 2018 a oggi, e i tanti alloggi assegnati alle famiglie baraccate, purtroppo, Messina, come del resto molte altre città italiane, non è in grado di soddisfare i bisogni della sua popolazione, di quelli che rimangono, fasce di residenti sempre più anziani, soli e fragili.
La storia della morte in baracca, nel cuore di un quartiere simbolo come Giostra (e nella via che porta il nome del “Cuore di Gesù”), della signora Santina Parisi, invalida al cento per cento e deceduta prima di poter avere un alloggio degno di tal nome, oltre a colpire profondamente sul piano umano, testimonia quanto ci sia ancora da fare, quanto cammino resti da percorrere lungo la strada del Risanamento, che è anche la strada per restituire dignità a tanti concittadini, per fare chiarezza sulle zone d’ombra, per far coincidere il diritto sacrosanto alla Casa con i piani generali di riqualificazione e rigenerazione urbana.
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