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Il caso Giampilieri continua a fare scuola: rievocata la tragica alluvione di 13 anni fa

Oggi il modello della messa in sicurezza dei territori viene studiato alle Università. Il ricordo davanti alla lapide con i nomi delle 37 vittime (una mai identificata), la messa alla presenza del sindaco Basile. L’ing. Sciacca: «Qui comunità e istituzioni hanno saputo ricostruire»

Avrebbero avuto 15 e 19 anni, i due fratellini Lonia, Francesco e Lorenzo, se non ci fosse stato quel maledetto 1 ottobre. Sembra ieri, e di anni ne sono trascorsi 13. Quando li hanno ritrovati, 12 giorni dopo l’alluvione, l’uno a distanza di cento metri dall’altro, i due “angioletti” di Giampilieri avevano rispettivamente 2 e 6 anni...
Ogni commemorazione rinnova il dolore in chi ha perduto i propri cari, ma ogni anniversario è anche un’occasione per dedicare a chi non c’è più lo sguardo sul futuro, i piani di rinascita e di rilancia. È così che va la vita ed è così che a Giampilieri è stato vissuto un altro primo ottobre. Nel ricordo, perché le vittime di quella tragica alluvione non saranno mai più dimenticate, e nella voglia di andare avanti, che ha caratterizzato la gente di questa vallata, la stessa voglia trasmessa da una generazione di ragazze e ragazzi orgogliosamente “giampuliroti”...

Cerimonie ridotte all’essenziale, la messa nella chiesa Madre, alla presenza del sindaco Federico Basile, la sosta davanti alla lapide con i 37 nomi di chi è stato portato via dalla furia del fango, a Giampilieri, Briga, Altolia e Molino. E un convegno, alla scuola Simone Neri, dove si è parlato del “caso Giampilieri”, un caso che ha fatto scuola, sia a causa della fatale bomba d’acqua e delle conseguenze nefaste di quel nubifragio assassino sia in virtù di un modello di messa in sicurezza del territorio che viene studiato da docenti universitari ed esperti. Pur con le sue contraddizioni, la ricostruzione del villaggio è stata presa come modello anche in altre regioni italiane. Ed è quasi un atto risarcitorio per quello stesso borgo che, suo malgrado, per un’assurda campagna mediatica nazionale, nel 2009 fu definito una “patria dell’abusivismo”, al punto da spingere qualche commentatore televisivo a pronunciare analisi deliranti, del tipo “questa tragedia, se la sono voluto loro...». Frasi dette a cadaveri ancora “caldi”, mentre decine e decine di soccorritori e di volontari scavavano nel fango. Noi non dimenticheremo mai le 37 vittime di quell’1 ottobre 2009 ma non scorderemo mai neppure cosa andò in scena negli studi delle principali Tv italiane, pubbliche e private, quella sì una vergogna nazionale...

Il sindaco Basile, a nome dell’intera città, ha pronunciato l’imperativo che unisce tutti i messinesi, da quella tragica notte: «Non vi dimentichiamo – ha detto rivolto ai familiari –, la nostra Amministrazione sta lavorando perché tutto il territorio venga messa in sicurezza, a partire dagli interventi sui torrenti e ai programmi di forestazione urbana». Ed è giusto anche riportare la dichiarazione di uno dei protagonisti della messa in sicurezza delle zone alluvionate, l’ex ingegnere capo del Genio civile Gaetano Sciacca: «È il giorno del ricordo e della commemorazione. Si rinnova il cordoglio alle famiglie ma deve anche coincidere con il giorno della rinascita di un territorio dove le popolazioni colpite dai tragici eventi si sono rimboccate le maniche e, insieme con le istituzioni, sono riuscite nel miracolo della ricostruzione e della messa in sicurezza, ridando speranza e fiducia alle nuove generazioni».
L’ing. Sciacca, e tutto lo staff di progettisti, tecnici e imprese che hanno lavorato agli interventi post-alluvione, ebbero la più grande soddisfazione quando qualche anno fa la Corte dei Conti si pronunciò su quanto realizzato a Giampilieri e dintorni. «Quanto alla gestione commissariale presa in esame in questa sede, dagli atti emerge, in maniera lapalissiana, come essa sia stata in grado di alleviare significativamente i disagi delle popolazioni colpite e di avviare e portare a termine numerose opere di una certa rilevanza e necessarie per il territorio, attingendo a larga parte delle risorse disponibili. Analogamente, anche l’Amministrazione subentrata alla gestione commissariale è riuscita a raggiungere obiettivi soddisfacenti, attivandosi fino alla data ultima di chiusura della contabilità speciale e riuscendo pure a conseguire un discreto risparmio di spesa. Ne consegue che la gestione, nel suo complesso, ha certamente raggiunto con efficacia ed efficienza gran parte degli obiettivi fissati dalle diverse ordinanze emesse in materia nel corso degli anni». Fu scritto nelle 74 pagine della relazione della magistratura contabile che esaminò l’enorme mole di lavoro messa in campo dalla Regione siciliana, dal Comune di Messina e dal Genio civile: 917 procedimenti di spesa in capo al commissario delegato, 4951 ordinativi di pagamento, un investimento sul territorio pari a 227 milioni di euro, per gli oltre 150 interventi realizzati tra il 2009 e il 2016.

 

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