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Messina, la Casa dello Studente tornerà in vita

La più importante residenza universitaria cittadina sarà ristrutturata e ospiterà 220 giovani. Il progetto dell’Ersu è stato approvato dalla Giunta regionale e finanziato con il Fondo di sviluppo e coesione. L’importo è quasi di 9 milioni di euro. Grimaudo: «Il frutto di un grande impegno»

Quasi 9 milioni di euro di finanziamento, uno dei primi tre progetti nella graduatoria delle opere approvate dalla Giunta regionale, un investimento che arriva dal Fondo di sviluppo e coesione e che consentirà, da un lato, di porre fine a una storia scandalosa di inerzia e di degrado e, dall’altro, di potenziare le strutture ricettive destinate alla popolazione studentesca dell’Ateneo peloritano.
La Casa dello Studente tornerà alla vita, dopo un abbandono durato, di fatto, quasi vent’anni. Tornerà a risplendere grazie al progetto, già approvato e che presto sarà mandato in appalto (il finanziamento è esattamente di 8 milioni 860mila euro), portato avanti dall’Ersu, l’Ente regionale presieduto dal prof. Pierangelo Grimaudo. «È un giorno di importanza storica – sottolinea il presidente – per la città di Messina e per la comunità accademica. Dopo il completamento del progetto, si è compiuto un altro passo fondamentale per arrivare alla riapertura della Casa dello Studente che più di ogni altra rappresenta la gloriosa storia del nostro Ateneo. Ciò è stato possibile grazie alla piena disponibilità dell’assessore Falcone, del presidente della Regione Musumeci e dell’assessore al ramo Aricò con i quali ho lavorato per più di un anno per raggiungere tale traguardo. Si tratta di un risultato che non era scontato, considerato che il finanziamento di 9 milioni di euro è il terzo per importo sugli 80 interventi previsti nella delibera del Governo regionale. Questa tappa verso la riapertura della residenza studentesca è stata fortemente voluta da me personalmente e da tutto l’Ersu che, grazie ad un rinnovato assetto dirigenziale, ha saputo recuperare il tempo perduto a causa di resistenze interne e scarso senso del proprio ruolo del passato. Ora lavoreremo senza pausa per andare in gara e partire con i lavori al più presto per cancellare una pagina buia per l’intera città che ha percepito la perdurante chiusura di questa struttura, inaccessibile dai primi anni 2000, come una bruciante offesa al suo legittimo orgoglio di città universitaria di comprovato prestigio».

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