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Messina, dal Seaflight all’Arena dello Stretto

Conclusi i lavori di demolizione dell’ecomostro che rubava la scena in uno degli angoli più suggestivi del Mezzogiorno

Sono trascorsi tre anni dalla prima ordinanza di demolizione di quel rudere industriale. E solo ora si può dire che l’ex Seaflight non c’è più.
L’area dove sorgevano i capannoni in cui veniva realizzate le ali degli aliscafi che da Messina partivano a conquistare il mondo, è stata rasa al suolo. Adesso lo sguardo è libero e raggiunge la Calabria. Non ci sono più quegli scheletri d’acciaio, a cui ci eravamo anche abituati, che stridevano, con il fascino di uno degli angoli più belli del sud Italia.
La ditta di Tortorici, la f.lli Calà ha abbattuto l’ecomostro per poco meno di 80.000 euro, ma sia chiaro, la demolizione non è mai stato un problema di soldi. Piuttosto di contenziosi, quelli con chi avrebbe voluto realizzare un parco urbano e che ha visto protagonisti la Regione e il Comune.
Dopo la fine della lunga querelle giudiziaria, è Palazzo Zanca ad essersi fatto carico di dare un futuro a questo spazio. C’è un progetto di riqualificazione ambientale, già a livello esecutivo, attraverso il quale potrà essere costruito un parco polifunzionale, che prevede la realizzazione di uno spazio urbano pubblico, con un'arena verde del diametro di 56 metri, destinato alla pubblica e libera fruizione, contornato da un percorso ciclabile di 400 metri, e articolato in tre aree di cui una destinata alla sosta dei veicoli, una al gioco ed una alle attività motorie.

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