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Arrivata a Letojanni la salma di Deborah Pagano, oggi i funerali. Il marito resta in carcere

È arrivata giovedì sera a Letojanni la salma di Deborah Catena Pagano, la donna di 31 anni trovata morta venerdì scorso nella sua abitazione di Macchia di Giarre, dove conviveva con il compagno, adesso ristretto in carcere con l’accusa di omicidio. La bara, dopo il via libera della magistratura catanese a seguito dell’esame autoptico, è stata condotta nell’abitazione della madre, dove ad attenderla vi erano familiari, parenti e amici, il sindaco Alessandro Costa e il parroco don Francesco Giacobbe. I funerali si svolgeranno oggi, venerdì 15, alle ore 17, nella chiesa di San Giuseppe e la salma verrà poi tumulata nel locale cimitero. Il sindaco ha proclamato per la giornata di venerdì il lutto cittadino in segno di raccoglimento e cordoglio verso la famiglia, disponendo la chiusura delle attività commerciali durante il periodo di svolgimento delle esequie. Dopo il rito funebre, la salma di Debora Pagano verrà tumulata nel cimitero cittadino.

Leonardo Fresta intanto resta in carcere. «Il quadro indiziario raccolto ha permesso di collocare la morte della donna nella serata di venerdì 8 luglio e di riscontrare una sequela di anomalie comportamentali da parte del fermato che, assieme a quanto risulta dai primi accertamenti del medico legale e dalla sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri hanno indotto la Procura all’emissione del fermo». Lo afferma una nota della Procura della Repubblica di Catania in merito alle indagini sulla morte di Deborah Pagano, 32 anni, per la quale è stato fermato il 10 luglio scorso il convivente, Leonardo Fresta, di 40 con l’accusa di omicidio. L'uomo, che a suo dire era in casa con la vittima, avrebbe dato l'allarme al 118 la mattina di domenica scorsa perché «sotto choc» ma il decesso della donna secondo quanto accertato sarebbe avvenuto il venerdì precedente. Per la Procura le «anomalie" consistono nello «stacco temporale di oltre un giorno e mezzo tra il momento della morte e quello in cui è stato dato avviso dallo stesso Fresta al 118 pur essendosi, a suo dire, "immediatamente reso conto del decesso". La Procura parla anche di «contradditorie versioni rese al personale sanitario del 118 intervenuto rispetto a quelle fornite nell’immediatezza dei fatti alla polizia giudiziari e a quelle rese in sede di interrogatorio».

Per la Procura etnea inoltre «le indicazioni rilevate sul corpo della vittima da parte del medico legale sono tali da poter ragionevolmente escludere la causa naturale del decesso in forza della presenza di numerose ecchimosi riscontrate in varie parti del corpo e della frattura dello sterno e di una costola». Gli investigatori hanno alche rilevato mediante l’utilizzo del 'Luminol' la presenza di «diffuse tracce ematiche all’interno dell’abitazione anche in ambienti diversi dal bagno ed una «generalizzata, ed ingiustificata per le circostanze, opera di pulizia dei luoghi». Gli investigatori hanno inoltre acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e raccolto le dichiarazioni rese da conoscenti e parenti della famiglia della vittima.

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