Indagini serrate che non escludono nulla. Neppure l’ipotesi che il violento incendio di giovedì pomeriggio nella zona industriale di Giammoro e più precisamente nell’area retrostante (ex Nac) assegnata alla nuova società “Aicon Yachts” possa avere una natura dolosa. Ovvero che qualcuno, approfittando anche della giornata festiva, possa aver appiccato il fuoco a quei rifiuti (in prevalenza materiale in resina) che hanno favorito la combustione e poi hanno “alimentato” le fiamme. L’intera zona, circa 400 mq è stata posta sotto sequestro come indicato dal nastro che ha recintato i luoghi interessati dal rogo e che ovviamente necessiteranno di una bonifica. Bonifica che non sarà immediata visto che è legata all’attività di indagine aperta dalla Procura di Barcellona e delegata alla Compagnia di Milazzo.
Ieri mattina, dunque, altro sopralluogo dei militari dell’Arma per cercare di acquisire più filmati possibili dei sistemi di videosorveglianza non solo dell’Aicon, ma anche di altre aziende vicine. All’interno del cantiere navale, nel frattempo, l’attività è proseguita regolarmente in quanto le fiamme non hanno minimamente interessato la zona della produzione, dove peraltro si trovano delle imbarcazioni e dove è in produzione il secondo scafo che la nuova proprietà sta varando. Nessun rallentamento – è stato ribadito ieri dalla Aicon Yachts S.r.l. – perché le le fiamme hanno avvolto un cumulo di rifiuti accatastati nella zona retrostante e appartenenti alla fallita vecchia Aicon S..p.a. che nulla ha a che spartire con la nostra proprietà nuova. Rifiuti dei quali, peraltro, era stata chiesta più volte la rimozione al Tribunale di Barcellona, al Giudice del Fallimento, alla curatela ex Nac e alla curatela del fallimento della vecchia Aicon Yachts.
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