È stata una domenica di intenso lavoro per gli strombolani intenzionati a riprendere, al più presto, la vita di ogni giorno, quella, intensamente, provata, sia materialmente che psicologicamente dallo spaventoso incendio sviluppatosi a cavallo tra il 25 ed il 26 maggio.
Oltre a ripulire e ripristinare gli isolani stanno cercando di porre in essere contromisure per contrastare, in caso di pioggia intensa, la marea di fango e pietre che, inevitabilmente, con la montagna “nuda”, si abbatterà sull’abitato. La macchia mediterranea incenerita, oltre 6 ettari, porta timori per la tenuta del terreno del vulcano. Potrebbero esserci frane e smottamenti alla prima pioggia pesante. I danni potrebbero venire anche dall'impossibilità di fare escursioni e attività turistiche sul vulcano durante l'estate. Questo condizionerebbe parecchio l’economia turistica. Si parla di danni. Tante cifre, tanti numeri, ma per gli isolani non conta solo il risarcimento, conta una diversa considerazione che le istituzioni devono avere dell’isola.
Non considerarla cioè solo meta di vacanze, di escursioni. Insomma un luogo ideale da vivere alcuni giorni all’anno, lasciando poi ai residenti tutto il resto compresi gli “imprevisti evitabili” come quanto accaduto nei giorni scorsi.
E se è vero, come lo è, che la troupe era autorizzata alla riprese per la realizzazione della fiction, non altrettanto pacifico può ritenersi il fatto che si scelga con tanta facilità quale location un’isola che necessita invece di essere tutelata e preservata. Un’isola insomma dove non può essere consentito tutto o meglio qualcosa di diverso dall’ordinario. Ecco perché oggi a Stromboli dell’incendio non interessano solo dinamica e responsabilità di chi lo ha causato, ma esso – si afferma – deve essere l’episodio che serve ad evidenziare tutta una serie di problematiche, conosciute e mai risolte, che il rogo ha messo, ulteriormente, a nudo.
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