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Gli abitanti di Stromboli: «Notte infernale tra le fiamme, così abbiamo salvato le case»

«È stato terribile veder tutto bruciare senza poter fare nulla per quell’immenso patrimonio naturale»

A Stromboli, mentre si guarda la montagna, più nera che mai, e ci si rimbocca le maniche per poter ripartire, l’incendio devastante continua chiaramente ad essere al centro di ogni discussione. «Siamo fortemente amareggiati – sottolinea Massimiliano Cincotta, titolare di un noto bar dell’isola –. È stato davvero terribile veder bruciare la nostra isola e non poter fare nulla affinché non si distruggesse un immenso patrimonio ambientale. Per fortuna siamo riusciti a salvare le case, anche se alcune sono state danneggiate. Credo che i danni si aggirino sui 50 milioni di euro. Al di là della responsabilità, che saranno accertate da chi di competenza, serve creare le linee tagliafuoco e dotare l’isola di piccoli mezzi antincendio in grado di entrare nelle stradelle».

A fargli eco è Vince Cusolito, strombolano doc: «Siamo distrutti di fatica, abbiamo rischiato fino alle quattro di notte, quasi in mezzo alle fiamme. Anche se i danni sono parecchi, abbiamo salvato varie case e pure la nostra, fermando il fuoco per quanto possibile in montagna, sopra la collina. Mio figlio Giorgio, i miei fratelli, amici, tanti ragazzi e volontari, strombolani e non, rischiando l’incolumità propria, hanno salvato e protetto le case. Tutti straordinari e, nel momento del bisogno, uniti, come sempre, senza esitare, pronti a dare tutto se stessi, nonostante le fiamme fossero altissime».

A lottare tra le fiamme anche Marco Alessi, liparese, trapiantato a Stromboli per lavoro: «È stata dura, una notte infernale, ma ce l’abbiamo fatta, abbiamo salvato le case, l’incolumità di residenti e turisti. Resta il rammarico per la vegetazione andata in fumo». E cosa è andato in fumo lo elenca, sul gruppo facebook “Amici dell’isola di Stromboli”, Liliana Adamo: «Le distese di Saccharum aegyptiacum (canna d’Egitto), che hanno colonizzato i vecchi terrazzamenti. Verosimilmente i nidi, vista la stagione, di gheppi, falchi della regina e altri uccelli autoctoni dell’isola di Stromboli come l’occhiotto, la calandrella, la passera sarda, il culbianco, la monachella. Accendere il fuoco in quelle condizioni meteo è stato un delitto». Solidale Assoimpreseolie che, attraverso il suo presidente Maurizio Cipicchia, ha dato «la disponibilità a sostenere tutte le iniziative reputate utili ed opportune».

Vicinanza anche da Lgs (Laboratorio geofisico sperimentale dell’Università di Firenze), uno dei centri che monitorano lo Stromboli: «Siamo vicini alle persone di Stromboli per la tragedia dell’incendio. Tutti devono riconoscere il grande lavoro e l’impegno che ciascun abitante dell’isola ha svolto con coraggio e grande sacrificio».

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