"Evitiamo di fare chiudere le scuole nel nostro paesino". È l’appello del sindaco di Malvagna, Nino Panebianco, dopo che in questi giorni sono stati consegnati, dopo quattro anni, i lavori di ristrutturazione e adeguamento del locale e unico plesso scolastico.
Poco più di 600 abitanti, almeno sulla carta ma molti risiedono fuori, nel piccolo comune dove già la scuola secondaria di primo grado, l’ex scuola media per intenderci, non esiste più, non c'erano iscritti. "Abbiamo completato dei lavori che ci hanno restituito un edificio scolastico moderno e funzionale, ma rischiamo che da qui a poco resti senza alunni, inutilizzato. Speriamo poter evitare tutto ciò", ci dice il primo cittadino.
Al momento c'è la scuola dell’infanzia e la primaria, pochi alunni ma si riesce ancora ad evitare la soppressione. Colpa del calo demografico, dell’emigrazione in altre città, ma anche di alcune famiglie che hanno iscritto i propri bimbi nei plessi scolastici di comuni viciniori. Paesini che si svuotano e se chiudono le scuole è un segnale che scoraggia, che stronca ogni ipotesi di futuro.
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