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Messina, la droga a Gazzi e Mangialupi: chi erano i "capi" e chi i "gregari"

Sapevano fare solo quello per mantenersi e provvedere alla famiglia. Comprare e spacciare. Nascondere e distribuire. Tutti insieme appassionatamente tra Mangialupi e Gazzi con puntate a Provinciale, un “lavoro” che va avanti da decenni senza che sia possibile interromperlo definitivamente. Di operazione in operazione, un blitz dopo l’altro, di gruppo in gruppo ogni volta uguale o diverso, dopo gli Aspri-Trovato ecco comparire sulla scena i Mazza-Ubertalli.


Mangialupi, la sua piazzetta rotonda e il castello centrale con le casupole accatastate a semicerchio dilagante di viuzze e controllori motorizzati, Mangialupi come centro di gravità permanente dello smercio di cocaina, eroina, hashish, marijuana e skunk.
E le file davanti a quelle case che tutti i clienti abituali e non conoscevano da un pezzo, erano decine al giorno monitorate dalla polizia in video, la casa dei Mazza soprattutto in via Luigi Bordonaro, nel cuore di Mangialupi, l’andirivieni continuo a prendere e spostare la droga, e dammi trenta euro che così va bene e passa la prossima settimana che abbiamo l’altra fresca dalla Calabria.

“Gente di droga” ognuno con un suo ruolo e una caratura. E quando gli uomini erano in cella ecco le donne che volevano prendere il controllo. A definire tutto dei due gruppi criminali smantellati ci aiuta il gip Simona Finocchiaro tra le righe della sua maxi ordinanza di custodia cautelare che conta oltre 500 pagine. Madri, padri, mogli e compagne, fratelli e cugini.
«Con i seguenti ruoli - scrive il gip - : Mazza Lucio, Mazza Daniele e Ubertalli Lorenzo quali promotori ed organizzatori dell’associazione: Mazza Daniele, nonostante lo stato di reclusione, con compiti direttivi e di organizzazione, Mazza Lucio e Ubertalli Lorenzo con il compito di reperire la sostanza stupefacente e di curarne l’acquisto, il pagamento ed il successivo spaccio, nonché di occuparsi delle spese legali e del mantenimento economico dei sodali tratti in arresto; Mazza Rosario con il ruolo di partecipe all’associazione coadiuva il figlio Mazza Lucio nell’attività di cessione di sostanza stupefacente al terzi clienti, di lavorazione, trasporto e occultamento della stessa; Aliotta Aurora con il ruolo di partecipe all'associazione poneva in essere attività strettamente connesse all’operatività del sodalizio quali “controllare il territorio” nelle occasioni in cui i sodali provvedevano ad occultare o a prelevare la sostanza stupefacente dai luoghi in cui era stata riposta e nella successiva attività di spaccio al terzi clienti, la raccolta e la custodia dei proventi delle cessioni e la successiva consegna al figlio Lucio che provvedeva alla spartizione tra i sodali; Russo Fabiana con il ruolo di partecipe all’associazione che poneva in essere attività strettamente connesse all’operatività del sodalizio quali “controllare il territorio” nelle occasioni in cui i sodali provvedevano ad occultare o a prelevare la sostanza stupefacente dai luoghi in cui era stata riposta e nella successiva attività di spaccio ai terzi clienti; Mazza Antonino con il ruolo di partecipe all’associazione curava l’attività di spaccio ai terzi clienti, la lavorazione e il trasporto della sostanza stupefacente nonché il recupero o il deposito della stessa nei luoghi esterni in cui era stata riposta; Russo Massimo con il ruolo di partecipe all’associazione curava l’attività di spaccio ai terzi clienti, la lavorazione e il trasporto della sostanza stupefacente nonché il recupero o il deposito della stessa nei luoghi esterni in cui era stata riposta; Gugliotti Rosa con il ruolo di partecipe curava l’attività di spaccio al terzi clienti e la lavorazione della sostanza stupefacente; Ubertalli Maria Tindara con il ruolo di partecipe all’associazione coadiuva nell’attività di cessione di sostanza stupefacente al terzi clienti, di lavorazione e occultamento della stessa mettendo a disposizione del gruppo la propria abitazione. Fungeva da intermediaria tra il marito Mazza Daniele, all’epoca dei fatti detenuto, e il sodalizio criminoso; Bonanno Davide con il ruolo di partecipe curava l’attività di spaccio ai terzi clienti e la lavorazione della sostanza stupefacente; Corritore Antonino, con il compito di coadiuvare Mazza Lucio nell'acquisto di sostanza stupefacente e nella successiva attività di spaccio al terzi clienti; Lombardo Demetrio, con il compito di coadiuvare Mazza Lucio nell’acquisto di sostanza stupefacente e nella successiva attività di spaccio ai terzi clienti; Immormino Angelo (classe 89), con il ruolo di partecipe all’associazione, cui era demandata la “mansione” di spacciatore all’interno dell'abitazione di Mazza Lucio».
E tutto questo è andato avanti, tra vari step d’indagine, dal 2019 «sino all’attualità».

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