È stata fin qui la storia di un Parco fantasma. Ora, ne comincia un’altra. Ed è una storia che avrà un lieto fine. Il Parco, di cui Messina non ha mai usufruito, che viene finalmente restituito alla città. Il Parco, di cui la stragrande maggioranza dei messinesi ignora l’esistenza, che tornerà a risplendere, come un balcone verde sull’azzurro dello Stretto. Il Parco che per oltre 50 anni è stato inaccessibile e che diventa, all’improvviso, un bene comune.
Sì, proprio quel «bene comune» per il quale, nell’ottobre 2017, l’Unione inquilini e un gruppo di giovani (quelli che furono chiamati i “pinellini”, dal giorno in cui presero possesso dell’ex Teatro in Fiera e lo ribattezzarono con il nome dell’anarchico morto tragicamente a Milano nel 1969) misero in atto un’azione eclatante, con un’occupazione dell’area che finora è sempre stata nella disponibilità dell’Istituto di Geologia e Vulcanologia. Un’azione che fece riaccendere i riflettori su questo polmone verde che domina la Circonvallazione, all’altezza del “curvone” di viale Regina Margherita.
E adesso eccolo qui, il Parco, intitolato ad Aldo Moro, ripulito dalle squadre di Messina Servizi ma, soprattutto, pronto ad ospitare il cantiere che verrà installato entro giugno: il cantiere della rinascita. Ieri pomeriggio, durante il sopralluogo effettuato dal sindaco Cateno De Luca, insieme con la vicesindaca Carlotta Previti e il resto della Giunta, è stato presentato il progetto di riqualificazione di quest’area. Ed è il primo “progetto pilota” del grande Piano di forestazione urbana, denominato “ForestaMe”, che prevede, con un investimento di 25 milioni di euro finanziato dal Pnrr e dall’Agenzia di Coesione, la svolta “green” della città, cioè la rinaturalizzazione e il recupero di parchi e giardini pubblici previsto dal Programma ForestaMe.
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