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Autismo: a Messina un centro diurno nella villa confiscata alla mafia

Un immobile confiscato alla mafia da trasformare in presidio di legalità e accoglienza attraverso un centro diurno; un polo di riabilitazione e ricerca che potrebbe offrire anche una concreta opportunità di lavoro grazie a un "ristorante inclusivo" che impieghi persone con disabilità; e ancora: una vera e propria "Cittadella solidale" e un network informativo che supporti le famiglie. Ma, soprattutto, una rete "parlante" tra istituzioni che dialogano e concorrono produttivamente, ciascuna per le sue competenze - sanitarie e socioassistenziali - a comporre l'arduo puzzle della concreta integrazione di chi vive la drammatica realtà dello spettro autistico, condizione ormai "endemica" che taglia trasversalmente fasce anagrafiche e ambiti di socialità. Idee, proposte, obiettivi, per un futuro auspicato, che ha però radici in un presente complicato, reso ancor più incerto dall'incidenza di un'emergenza generalizzata capace di sconvolgere qualsiasi programmazione.

E' un quadro impervio, ma non privo di speranza, quello tracciato stamane nel corso della conferenza dei servizi promossa dal Comune, presieduta dall'assessora ai servizi sociali Alessandra Calafiore e svoltasi in modalità mista dalla sala ovale di Palazzo Zanca. Presenti, fisicamente o in collegamento, tutti i rappresentanti degli enti istituzionali coinvolti a vario titolo nel percorso sociosanitario che interseca la patologia autistica, e anche alcuni esponenti delle associazioni di familiari. Tutti, presente anche la vicesindaca Carlotta Previti, hanno tracciato i contorni di una realtà composita, caratterizzata certamente da grandi sforzi, ma in cui i risultati non sono adeguati né alle aspettative né alle risorse messe in campo.

Inclusione e ricerca: Comune, Cnr, Irccs

In apertura, la Calafiore ha ribadito la volontà istituzionale di realizzare un fronte comune in materia di autismo, ricordando che il dialogo è già avviato e il Comune investe oltre 14 milioni di euro nelle politiche connesse alla disabilità in generale. Di grande rilievo le prospettive legate alla riqualificazione della ex Città del Ragazzo di Gravitelli, che con i fondi Pnrr si candida ad essere una vera e propria Città dell'inclusione, mentre a portata di mano c'è la possibilità di realizzare un centro diurno dedicato in un immobile confiscato sulla riviera nord: il progetto è stato trasmesso e si attende risposta sulla concessione dell'immobile chiesta dal Comune. L'ente inoltre ha destinato ben 1,5 milioni di euro in fondi Poc per l'innovativo progetto di ricerca Inter Pares, specifico per l'autismo e condotto con l'Irib Cnr nei locali comunali dell'Istituto marino di Mortelle. Qui, come la Calafiore ha prospettato, si ipotizza anche di destinare una struttura alla socialità delle famiglie, mentre in un altro edificio, come evidenziato dal dott. Vincenzo Barone, direttore generale dell'Irccs Neurolesi Bonino Pulejo che in quel sito ha realizzato il Bioparco delle Intelligenze e Neurofragilità, potrebbe essere avviata un'attività nel campo della ristorazione declinata in chiave di inclusione lavorativa. Ad illustrare i dettagli del progetto Inter Pares - già avviato con circa 70 famiglie ma potenzialmente estensibile fino a 300 in tre anni per la ricerca, la riabilitazione innovativa e l'inclusione lavorativa - è stato il direttore dell'Irib Cnr Giovanni Pioggia, assieme alle responsabili per le diverse aree, la neuropsichiatra infantile Liliana Ruta e la psicologa Flavia Marino. Proprio stamane, tra l'altro nei locali di Mortelle sarà presentata una parte del progetto volta a definire modalità tecnologiche di gestione dello stress dei familiari di persone con autismo.

L'attività clinica e sanitaria: Asp e Policlinico

Un ruolo determinante è quello svolto ovviamente da chi deve garantire la parte strettamente sanitaria: l'autismo è innanzitutto una malattia, una patologia cronica del neurosviluppo che va diagnosticata precocemente e trattata correttamente. Fondamentale quindi l'azione dell'Azienda sanitaria provinciale, che per legge – e quale obiettivo del suo management - deve devolvere ai servizi per l'autismo lo 0,2 % del suo bilancio. Un importo pari a circa 2 milioni di euro che, come ha spiegato il dott. Gaspare Motta, direttore del Dipartimento di salute mentale dell'azienda, nello scorso anno sono stati impegnati soprattutto per supportare i tre centri diurni convenzionati esistenti nell'area messinese (Nizza, Naso e Barcellona).

"Ma la vera svolta – ha affermato – è quella di realizzare percorsi di inclusione, una vera presa in carico globale e per questo le sinergie sono importanti: il nostro 0,2% non basta di certo, ma intanto è questo lo sforzo strategico che stiamo facendo, cercando anche di avviare il servizio di diagnosi precoce". Un aspetto quest'ultimo, in cui è decisamente strutturato il Policlinico universitario, cui afferisce una vastissima utenza da Messina e dalla Calabria, come ha sottolineato la direttrice dell'Uoc di Neuropsichiatria Infantile Gabriella Di Rosa, evidenziando il percorso che si sta conducendo anche in rete nell'ambito del Nida, il network italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico coordinato dall'Istituto superiore di sanità. La Di Rosa ha annunciato iniziative molto rilevanti - e di cui si attende celere riscontro - fra cui il corso di formazione per la figura del "compagno adulto" (che affianca la persona con autismo nella sua socialità, ma anche curandone gli aspetti medici e fisiologici) e, in particolare, l'attivazione di una lista specifica di prenotazione al Cup attraverso una piattaforma che garantisca canali dedicati, migliorando quindi l'accesso e il contatto per le famiglie e i pediatri.

Ma spesso è il passaggio all'età adolescenziale e adulta a segnare la peggiore criticità nel percorso evolutivo dell'autismo, come ha riconosciuto la dott.ssa Santina Patanè, direttrice del Modulo Provinciale Unità Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell'ASP di Messina. In questo senso, determinante è il ruolo di strutture capaci di offrire concrete opportunità: a delinearle il dott. Carmelo Caporlingua che ha evidenziato le ipotesi di collaborazione già avviate per i giovani afferenti al centro di Nizza con il progetto InterPares, iniziativa che coinvolge le famiglie "non solo quali beneficiarie, ma quali protagoniste", come ha sottolineato il prof. Luca Donato, presidente dell'associazione La Linea Curva. La pedagogista Maria Luisa D'Amico ha ricordato la creazione di sportelli dedicati per l'autismo da parte dell'Associazione dei Pedagogisti, mentre la prorettrice con delega alla Disabilità dell'Ateneo di Messina Fiammetta Conforto ha ricordato che "l'Università può fare molto": infatti al fondamentale ruolo dell'ambiente scolastico e della prosecuzione adeguata del percorso di studi anche in ambito accademico sarà dedicato, come annunciato dalla Calafiore, un incontro tematico nelle prossime settimane. Un confronto significativo, rilevante per la volontà di dare con una strategia condivisa compiuta attuazione alla Rete per l'Autismo delineata dalla legge regionale del 2019: un momento di dialogo, al quale ora però deve necessariamente seguire il tempo delle risposte.

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