Nei torrenti. Lungo le strade che collegano i villaggi. Negli anfratti dei Colli. Negli edifici abbandonati, vecchie case o baracche, ristoranti dismessi. Ecco dove finisce l’indifferenziato dei messinesi incivili. Dovunque ci sia uno spazio libero, lì dove si pensa che non siano state ancora collocate le telecamere del “Grande Fratello” che dovrebbe vigilare sul decoro e sulla pulizia di questa città sventurata. È l’aggettivo più appropriato: città disgraziata, infelice, sciagurata, perché non amata dai propri cittadini, perché brutalizzata e sfregiata da troppi imbecilli che dovrebbero essere messi al bando, allontanati dalla propria terra, come si faceva ai tempi degli antichi Greci, quando esisteva l’ostracismo. Il cittadino che era ritenuto pericoloso per la sicurezza dello Stato veniva obbligato, nel V secolo avanti Cristo, a lasciare la propria terra per un periodo di dieci anni. Quanto erano saggi e “lungimiranti” gli antichi Ateniesi... Le foto del “reportage” che pubblichiamo qui accanto sono state scattate da un vecchio “segugio” messinese, dall’ex capo della squadra Annona e decoro della Polizia municipale, il commissario Biagio Santagati, oggi in pensione. Si va dall’Annunziata Alta – lì dove sorgeva un ristorante, proprio ai piedi della vecchia. discarica di Portella Arena, che ora è diventato anch’esso una discarica a cielo aperto – al villaggio di Gesso. Dall’arteria che unisce Bordonaro e Camaro alle aree che fiancheggiano la strada dei Colli, punteggiata da una serie infinita di micro-discariche, nonostante i ripetuti interventi delle squadre di Messina Servizi. E poi, nel cuore di Giostra, all’ombra della grande Magnolia, lì dove si sarebbe dovuto realizzare un Parco urbano, il cui cantiere era stato inaugurato quasi dieci anni fa.
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