Proseguono i rilievi nel cantiere
Sono proseguiti questa mattina i rilievi e i primi accertamenti rispetto all’incidente sul lavoro che è costato la vita al 55enne. Oggi nel cantiere di via Palermo anche gli uomini dell’ispettorato del lavoro che dovranno verificare le condizioni nelle quali ha operato la squadra che ieri stava caricando su un camion una dozzina di barriere protettive autostradali i cosiddetti new jersey e che erano diretti in un cantiere di Cefalù. Secondo una prima ricostruzione le barriere venivano issate sul camion con una pala meccanica alla quale erano agganciate con una catena.Ada si trovava a bordo del mezzo e indirizzava il movimento dei new jersey affinché trovassero posto sul cassone. Per ragioni ancora da stabilire l’uomo è caduto dal mezzo e l’ultimo new jersey che stava per essere caricato sul mezzo gli è piombato addosso uccidendolo sul colpo.
Il dramma di mercoledì
La sua giornata di lavoro si era praticamente conclusa. Ma proprio l’ultimo incarico gli è costato la vita.
È morto ieri pomeriggio all’interno di un cantiere di Ritiro, Salvatore Ada, 55 anni di Bordonaro. Era un operaio esperto che da qualche tempo lavorava per la Toto Costruzioni, l’azienda abruzzese che si sta occupando della ricostruzione del viadotto Ritiro della tangenziale. E proprio nel più lontano dei cantieri rispetto al quartier generale dell’azienda, fra le spire dello svincolo nord della città, si è consumata la tragedia sul lavoro.
Un gruppo di operai stava caricando un mezzo pesante con dei jersey di calcestruzzo che dovevano essere trasferiti in un altro cantiere. Si tratta di barriere che spesso vengono usate per delimitare una carreggiata e pesano tre o quattrocento chili. La fase di carico si era conclusa e Salvatore Ada doveva solo chiudere il carico con le fasce di sicurezza. Ma proprio in quel momento una di quelle pesanti barriere si è mossa e gli è piombata addosso. Ada era proprio sulla traiettoria e per lui non c’è stato scampo. Colpito al torace è morto sul colpo. Inutili i tentativi dei compagni di lavoro che, visibilmente affranti, fino a notte tarda sono rimasti nel cantiere aspettando la famiglia di Salvatore Ada e poi che il corpo dell’operaio venisse ricomposto e portato via dalla polizia mortuaria.
Sul posto sono arrivati gli agenti della squadra mobile e della sezione scientifica della Polizia che hanno effettuato tutti i rilievi del caso. Occorrerà capire per quale motivo quel jersey di calcestruzzo, forse l’ultimo ad essere stato caricato sul camion, a quanto pare, diretto in un cantiere di Cefalù, sia caduto quando invece sarebbe dovuto essere già in sicurezza.
Il cordoglio della Toto Costruzioni
La Toto Costruzioni ha espresso il cordoglio per la morte del suo dipendente e scrive che «le dinamiche dell’incidente sono in fase di accertamento». L’azienda «fornirà alla famiglia tutto il sostegno possibile in questo drammatico momento». Il Consorzio autostrade siciliane precisa come l’incidente sul lavoro sia avvenuto in un’area attigua al cantiere di costruzione del viadotto Ritiro. «I lavori nulla avevano a che fare con la costruzione del viadotto. Alla notizia della tragedia ci siamo precipitati sul posto – ha scritto il cda del Cas e il direttore generale Minaldi –. Rimaniamo in stretto contatto con la società Toto Costruzioni che si è messa immediatamente a disposizione delle autorità competenti».
Il messaggio dei sindacati e lo sciopero
Tutti i sindacati confederali hanno reagito immediatamente di fronte alla notizia del secondo morto sul lavoro in una settimana (domenica era deceduto un operaio edile caduto da un tetto a Milazzo). «Salvatore Ada era iscritto e storico militante della Feneal-Uil di Messina – racconta commosso il segretario generale Ivan Tripodi – , era impegnato in un’attività lavorativa non strettamente connessa alle lavorazioni del viadotto, ma in un’area di stoccaggio esterna al cantiere. Pur di arrotondare lo stipendio per sostenere la famiglia, Salvatore Ada svolgeva anche del lavoro straordinario. Questo incidente non poteva e non doveva avvenire: siamo stanchi di dovere piangere un nuovo innocente caduto sul lavoro. Adesso basta!!! Questa ignobile mattanza deve finire. Nel cantiere del viadotto Ritiro è stato proclamato per oggi uno sciopero di otto ore. Questa assurda strage quotidiana non può passare inosservata e sono inammissibili i ritardi nel dare concrete risposte legislative al tema dei morti sul lavoro. La Uil Messina e la Feneal-Uil si costituiranno parte civile nell’eventuale procedimento penale che scaturirà a seguito dell’inchiesta giudiziaria. Saremo, infatti, accanto alla famiglia, alla quale offriamo il nostro sostegno legale per tutte le esigenze legate al tragico evento. Quanto accaduto rende, purtroppo, attualissima la campagna nazionale “Zero morti sul lavoro” promossa dalla Uil e sposata in pieno dalla Feneal».
Per il segretario generale della Cgil Giovanni Mastroeni e della Fillea Mario Mancini, «una notizia terribile, un'altra tragedia sul lavoro inaccettabile. Ribadiamo il forte grido di denuncia sulle morti sul lavoro, tornando a chiedere con forza sin dalle prossime ore immediati interventi sulla sicurezza per fermare questa strage».
«Siamo vicini alla famiglia e piangiamo, come Cisl e come Filca Cisl, l’ennesima vittima sul lavoro, un operaio edile messinese che stava prestando la sua attività lavorativa per una grande opera a beneficio della città – dicono il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, e il segretario generale della Filca Cisl Messina Giuseppe Famiano – Si apra al più presto una stagione di controlli per frenare la strage che continua a mietere vittime sul lavoro. Bisogna fare fronte comune per tutelare i lavoratori e si faccia al più presto chiarezza su quanto avvenuto». Il tema della sicurezza nel settore edile e in generale sui luoghi di lavoro era stato il motivo dell’istituzione di un tavolo permanente in Prefettura. «Nelle ultime settimane – affermano Alibrandi e Famiano – sono stati registrati troppi incidenti mortali. Il Prefetto riapra immediatamente quel tavolo per affrontare il tema della sicurezza con le parti sociali e gli uffici ispettivi e trovare soluzioni che possano frenare le morti sul lavoro».
Sempre in città a febbraio era morto a bordo della nave “Elio” il nostromo Gaetano Puleo, colpito da una grossa cima mentre si trovava affacciato da una apertura a prua della nave.
Caricamento commenti
Commenta la notizia