Messina

Mercoledì 08 Maggio 2024

Messina, che fine faranno i Conservatori Riuniti? - FOTO

 
 
 
 
 
 
 

L’ex Istituto dei Conservatori Riuniti, in via Sacro Cuore di Gesù, «pregevole complesso architettonico con chiesa neogotica che versa nel degrado e nell’abbandono». La segnalazione-denuncia viene nuovamente dall’arch. Nino Principato, il quale, dopo aver sollevato la questione riguardante la mancata fruizione pubblica del Parco Aldo Moro, sulla Circonvallazione, ora invita i consiglieri comunali – molti dei quali hanno chiesto la sua testa, da componente del Cda del Teatro, per il caso “green pass” – ad occuparsi di un’altra vicenda relativa a un bene patrimoniale che rischia di andare letteralmente in malora. «Una legge del 1903, cioè di cinque anni prima del terremoto del 1908 – racconta Principato –, aveva fatto inglobare in un unico Ente i vari Conservatori dove si trovavano ricoverate le orfane del Comune di Messina. Dopo l’evento tellurico che rase al suolo la città e quasi tutti i Conservatori, ne rimase in piedi solo uno, quello del “Rifugio delle povere e vergini riparate” dove furono ricoverate le 40 fanciulle superstiti al sisma (oggi, questa istituzione non più esistente, è ricordata dalla via “Refugio dei poveri” dove sorgeva e che collega piazza Lo Sardo-del Popolo alla chiesa dello Spirito Santo). Si trattava del Regio decreto dell’11 agosto 1903, n. 327, col quale venivano uniti in unico ente denominato Conservatori Riuniti i Conservatori maschili e femminili presenti in città. Commissariato, poi, nel 1920, con regio decreto l’Ente divenne un “Ipab” (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza), organismo di diritto pubblico che svolge attività solidale di sostegno per la parte più fragile della popolazione locale. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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