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Messina, che fine faranno i Conservatori Riuniti? - FOTO

L’imponente complesso, che fino al 2019 ha ospitato il Centro Ahmed per migranti, versa ora in stato di abbandono. La controversa storia di un edificio che sorse all’indomani del terremoto del 1908. E la denuncia dell’arch. Principato: «La bella chiesa neogotica sta andando a pezzi»

L’ex Istituto dei Conservatori Riuniti, in via Sacro Cuore di Gesù, «pregevole complesso architettonico con chiesa neogotica che versa nel degrado e nell’abbandono». La segnalazione-denuncia viene nuovamente dall’arch. Nino Principato, il quale, dopo aver sollevato la questione riguardante la mancata fruizione pubblica del Parco Aldo Moro, sulla Circonvallazione, ora invita i consiglieri comunali – molti dei quali hanno chiesto la sua testa, da componente del Cda del Teatro, per il caso “green pass” – ad occuparsi di un’altra vicenda relativa a un bene patrimoniale che rischia di andare letteralmente in malora.
«Una legge del 1903, cioè di cinque anni prima del terremoto del 1908 – racconta Principato –, aveva fatto inglobare in un unico Ente i vari Conservatori dove si trovavano ricoverate le orfane del Comune di Messina. Dopo l’evento tellurico che rase al suolo la città e quasi tutti i Conservatori, ne rimase in piedi solo uno, quello del “Rifugio delle povere e vergini riparate” dove furono ricoverate le 40 fanciulle superstiti al sisma (oggi, questa istituzione non più esistente, è ricordata dalla via “Refugio dei poveri” dove sorgeva e che collega piazza Lo Sardo-del Popolo alla chiesa dello Spirito Santo). Si trattava del Regio decreto dell’11 agosto 1903, n. 327, col quale venivano uniti in unico ente denominato Conservatori Riuniti i Conservatori maschili e femminili presenti in città. Commissariato, poi, nel 1920, con regio decreto l’Ente divenne un “Ipab” (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza), organismo di diritto pubblico che svolge attività solidale di sostegno per la parte più fragile della popolazione locale.

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