È stata uccisa la donna senzatetto il cui cadavere è stato ritrovato questa mattina davanti alla chiesa di Santa Caterina nella centralissima via Garibaldi. È questa l’indicazione delle primissime indagini svolte dai carabinieri, dall’autorità giudiziaria e dal medico legale giunti sul posto dopo la segnalazione del ritrovamento. Si chiamava Concetta Gioè, originaria di Palermo, e aveva 68 anni.
Sul collo profonde ferite da taglio presumibilmente prodotte da un coltello o dai frammenti di una bottiglia. Moltissimo sangue attorno al suo corpo. La donna frequentava assiduamente l’area della chiesa di Santa Caterina ed era stata in qualche modo adottata dalla comunità. Indagini sono in corso da parte del pm Piero Vinci e dagli uomini della stazione dei carabinieri di Messina centro. Sono in corso serrate indagini per risalire al responsabile anche con l’ausilio delle diverse telecamere di video sorveglianza della zona.
C'è un sospettato nel caso della donna uccisa stamattina sulle scale della chiesa di Santa Caterina. Il magistrato, il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, sta per interrogarlo.
Le parole del parroco, mons. Tavilla: "Aveva scelto di vivere in strada"
«La signora la conoscevamo bene perché frequentava via Garibaldi a Messina dove si trova la nostra chiesa e quindi l’abbiamo accolta cercando di darle aiuto. Lei stessa ha individuato nella chiesa un punto di riferimento perché l’abbiamo assistita molte volte; ieri ci aveva chiesto una coperta perché aveva freddo per coprirsi ma purtroppo non l’avevamo». A dirlo padre Giacinto Taviilla, parroco della chiesa di Santa Caterina dove stamani la senzatetto Concetta Gioè, di 68 anni, è stata trovata morta.
"Aveva scelto di abitare la strada - prosegue Tavilla - anche se veniva da una famiglia di buona condizione sociale e culturale e questo si notava dal suo modo di esprimersi. Noi abbiamo cercato di assisterla in tutti i i modi, ma con lei non era facile. Se si faceva qualche domanda in più non rispondeva e se ne andava e quindi abbiamo cercato di supportarla come potevano, rispettando la sua libertà».
«Era a Messina da due anni - ricorda il parroco -, ma un mese fa i servizi sociali d’accordo con l’Asp le avevano fatto un Tso perché non stava molto bene dal punto di vista mentale, tanto che girava anche d’inverno con un semplice coprisole. Era ritornata da poco dal ricovero in ospedale e ora stava molto meglio. Non so cosa sia accaduto, siamo dispiaciuti e profondamente turbati, abbiamo fatto quanto possibile per darle una mano».
Padre Pati: "Si accompagnava a gente non so quanto raccomandabile"
«Era una donna di Palermo che stava qui a Messina. Era di passaggio. Noi abbiamo cercato di aiutarla, ma rifiutava spesso il nostro supporto. Era una persona molto instabile che aveva problemi mentali». Così padre Franco Pati responsabile delle Case accoglienza di Messina, che conosceva la clochard di 68 anni trovata morta a Messina nelle scale della Chiesa di Santa Caterina dove dormiva. «Veniva seguita - aggiunge Pati - in una casa di accoglienza di Messina, dove alcune volte si fermava a dormire o mangiare. Abbiamo anche contattato la sua famiglia a Palermo, le abbiamo preso un appuntamento telefonico con il figlio, ma lei non ci ha voluto parlare. Non seguiva i nostri consigli e spesso si accompagnava con persone anziane molto strane, non so quanto raccomandabili. Mi dispiace molto - chiosa padre Pati - noi abbiamo cercato si starle vicino quando ci permetteva di assisterla».
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